Class Action contro Amazon: quando “acquistare” un film non significa possederlo
Un dettaglio poco noto sugli acquisti digitali di film e serie TV: ciò che si compra online raramente corrisponde a una vera proprietà del contenuto. In realtà, si ottiene una licenza temporanea per accedere al titolo, che può essere modificata o revocata in qualsiasi momento.
Proprio su questo principio si basa la recente class action depositata presso la corte federale di Washington. I querelanti accusano Amazon di ingannare i consumatori facendogli credere di acquistare un prodotto, quando in realtà si tratta di una licenza revocabile.
L’acquisto di un film non significa che rimarrà sempre disponibile. Se Amazon dovesse perdere i diritti su una pellicola, l’utente potrebbe ritrovarsi senza nulla. Infatti se il titolo sparisse del tutto dai cataloghi, l’accesso acquistato andrebbe perso.
Lisa Reingold, promotrice della causa, racconta di aver acquistato Bella and the Bulldogs – Volume 4 su Amazon per 20,79 dollari, ma di aver presto perso l’accesso. Situazioni analoghe colpiscono anche chi acquista contenuti digitali su altre piattaforme come Apple o Google. Ad esempio, chi avesse acquistato le stagioni di Downton Abbey tra il 2010 e il 2015 su Amazon, nel 2024 non avrebbe più potuto accedervi.
Secondo gli avvocati dei consumatori, la mancanza di trasparenza nella vendita di contenuti digitali ha riportato in auge i supporti fisici. I DVD, infatti, garantiscono la proprietà effettiva del titolo, aggirando le complicazioni delle licenze digitali.
La denuncia sostiene che Amazon induca i consumatori a credere di acquistare film e serie TV, mentre in realtà fornisce solo una licenza d’uso. L’avviso relativo alla licenza, nascosto in piccolo a piè di pagina della conferma d’acquisto, non rispetterebbe gli standard di chiarezza previsti dalle normative californiane.
In passato, Amazon aveva sostenuto che il termine “acquisto” non fosse ingannevole, poiché il dizionario stesso lo definisce come diritto all’uso, non necessariamente proprietà perpetua. Tuttavia, le nuove leggi californiane rendono più rigoroso l’obbligo di informare i consumatori: oggi è vietato pubblicizzare una transazione come “acquisto” se non garantisce la proprietà illimitata del prodotto.
La causa chiede risarcimenti e danni punitivi, sostenendo che Amazon abbia violato le leggi sulla concorrenza sleale e sulla pubblicità ingannevole, oltre a non rispettare le norme sui diritti dei consumatori. L’esito della vicenda potrebbe ridefinire il modo in cui le piattaforme di streaming presentano i loro contenuti digitali.