WhatsApp è un’app nota in tutto il mondo. Lanciata nel lontano 2009, ancora oggi è parte della vita quotidiana di tutti noi. Per tale motivo, è importantissimo che sia sempre “sicura e protetta”.
Il problema risolto da Meta ma…
Recentemente, alcuni ricercatori dell’Università di Vienna hanno individuato una “debolezza” nella famosa App che, di fatto, permetteva l’estrazione di 100 milioni di numeri di telefono, confermando indirettamente la presenza di 3,5 miliardi di account attivi in tutto il mondo. Per fortuna, non ci sono state conseguenze malevole ma, indubbiamente, il problema ha fatto raddrizzare le orecchie a tutti quanti.
Il consiglio dell’esperto
Insomma, meglio non correre rischi e, quindi, non sottovalutare il problema. “Un attaccante prudente avrebbe potuto effettuare l’enumerazione lentamente, da diversi indirizzi IP, confondendosi con il traffico normale. Questo dovrebbe essere considerato un “quasi incidente” grave che dovrebbe spingere l’intero settore a rivedere il funzionamento della ricerca dei contatti“, le parole di Luis Corrons, Security Evangelist di Avast.
Gli esperti di Avast sottolineano che, se i criminali informatici avessero scoperto per primi la vulnerabilità, non avrebbero potuto accedere alle chat degli utenti, ma avrebbero potuto creare un registro globale degli utenti WhatsApp. Un database del genere potrebbe includere numeri di telefono, tipi di dispositivo, data di creazione dell’account e, potenzialmente, le foto del profilo. “Sarebbe un punto di partenza ideale per truffe altamente mirate, frodi aziendali e persino attività di sorveglianza politica nelle regioni in cui l’uso di WhatsApp è limitato”, la chiosa di Luis Corrons.
Come comportarsi per evitare guai?
Per non correre rischi inutili, il consiglio degli esperti agli utenti è quello di trattare il proprio numero di telefono come un dato sensibile. Tra le buone pratiche raccomandate figurano la regolazione delle impostazioni di privacy di WhatsApp in modo che solo i contatti possano visualizzare foto profilo e dati nelle “Info”, evitare di pubblicare il numero personale su piattaforme pubbliche e valutare l’uso di un numero secondario, diverso dal personale, per annunci o attività commerciali.