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Operazione Kobo

Redazione | 30 Novembre 2012

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Mondadori lancia in Italia la piattaforma di eReading Kobo: oltre tre milioni di titoli a catalogo, tre lettori e-ink, un […]

Mondadori lancia in Italia la piattaforma di eReading Kobo: oltre tre milioni di titoli a catalogo, tre lettori e-ink, un tablet Android da 7″ e applicazioni di lettura per Pc, Mac e dispositivi mobili iOS e Android.

di Sergio Lorizio

Libro a stampa o eBook? Carta o schermo? Inchiostro o pixel? Per Mondadori questa dialettica appartiene ormai al passato. Nel disegnare le strategie attuali e future per il mercato dei libri, il maggior polo editoriale italiano ha deciso di recitare un ruolo sempre più da protagonista nel settore dell’editoria digitale, consapevole che i mutamenti tecnologici in atto richiedono di affiancare alla tradizionale offerta cartacea un canale digitale competitivo per proporre e veicolare i propri contenuti a una platea di clienti ancora più ampia e in trasformazione.  La società  di Segrate, perciò, ha varato un progetto ambizioso stringendo un’alleanza con la nippocanadese Kobo (nome che non a caso è l’anagramma di book) per portare in Italia una piattaforma di eReading che vanta un catalogo di oltre 3 milioni di titoli in più di 60 lingue, di cui 1/3 gratuiti, oltre 60 mila in italiano (la metà  fuori diritti) e circa 4 mila attinti direttamente dalle case editrici del gruppo Mondadori.

Numeri destinati a una crescita continua grazie alle nuove uscite, ormai quasi tutte pubblicate nella doppia versione cartacea ed elettronica, e alla progressiva digitalizzazione dei titoli commercialmente vivi, ai quali  in futuro si potrebbero aggiungere anche i cataloghi storici, fino a formare una “lunga coda” di contenuti digitali in cui ogni lettore potrà  trovare anche testi irreperibili in formato cartaceo.
Piattaforma di eReading, però, non significa solo infrastruttura e catalogo. Vuol dire anche servizi e strumenti di lettura hardware e software evoluti e amichevoli, alla portata non solo degli appassionati di tecnologia, ma anche di chi ha meno familiarità  con i dispositivi elettronici. In sostanza, un ecosistema che eserciti una forza d’attrazione su un vasto pubblico di lettori sia per ricchezza dei contenuti e convenienza rispetto al cartaceo sia per facilità  d’accesso e frui­zione. Proprio questo è uno dei punti di forza del sistema Kobo, sintetizzato nello slogan Read freely. Due fattori che hanno rallentato la diffusione di massa dell’eBook, oltre all’innato amore per la carta di chi non sia “nativo digitale”, sono stati la confusione dei consumatori in tema di compatibilità  tra formati di file e dispositivi di lettura e le complessità  imposte dalle tecnologie di protezione dei contenuti (Drm), che impediscono la copia e la distribuzione illegale di materiale sotto diritti.
Il “Leggere liberamente” di Kobo non è ancora l’agognata libertà  dal Drm, significa, invece, un approccio più flessibile in tema di compatibilità  dei file e libertà  di scelta del cliente: gli eBook di Kobo, infatti, sono leggibili su tutti i dispositivi e software di lettura di tipo open;  viceversa, gli eReader Kobo supportano anche titoli acquistati su altre librerie digitali.

Read Freely, ovvero leggere senza restrizioni

Non è così sulle due piattaforme di eRea­ding al momento più diffuse in Italia, il Kindle Store di Amazon e l’iBookstore di Apple. Due tipici sistemi chiusi, in cui la fruizione dei contenuti è consentita solo sui dispositivi e i software realizzati dalle stesse società . Se acquistate un eBook da Amazon, potete leggerlo solo sui lettori Kindle o su Pc, Mac e altri device mobili attraverso le applicazioni Kindle compatibili con i formati di file (Azw e Kf8) e il Drm proprietario di Amazon. E a meno di non “craccare il Drm” illegalmente, non potete convertire gli eBook in altri formati per trasferirli su dispositivi di lettura diversi da quelli stabiliti.
Lo stesso vale per la piattaforma Apple. I titoli del catalogo iBookstore sono codificati con una versione proprietaria del formato ePub, lo standard aperto adottato dall’International Digital Publishing Forum, e sono protetti con il Drm FairPlay, che vincola la lettura ai soli dispositivi mobili della Mela basati su iOS 4.0 o successivo. Apple, a differenza di Amazon, non ha neppure sviluppato software di lettura per Mac e Pc né per dispositivi mobili di terzi.
Il modello di business di Kobo, al contrario, offre la piena compatibilità  con tutte le piattaforme di eReading esistenti, Kindle escluso. Questo perché i contenuti a catalogo sono disponibili in due versioni: nel formato proprietario Kepub (Kobo ePub, una variante dello standard ePub con Drm proprietario) e nel tradizionale formato ePub con il più diffuso Drm di Adobe. Ciò configura i seguenti scenari:

• Gli eReader della famiglia Kobo sono compatibili sia con gli eBook nel formato nativo Kepub sia con i file ePub (con e senza protezione Adobe) acquistati sullo store Kobo o in altre librerie digitali. Sui lettori Kobo, il formato nativo offre funzionalità  aggiuntive che arricchiscono e semplificano l’esperienza di lettura.
• Gli utenti di computer desktop e notebook e di dispositivi mobili possono leggere i titoli Kobo con le omonime applicazioni di lettura per Mac, Pc e per dispositivi mobili basati su iOS e Android. Si scaricano gratuitamente su www.kobobooks.it/apps, sull’App Store di Apple e su Google Play.
• Gli stessi utenti possono utilizzare i software di lettura gratuiti Adobe Digital Edition o le App compatibili con il Drm Adobe per leggere su computer o device mobili i file ePub protetti con questa tecnologia e acquistati sul Kobo store o altrove.

Gli eReader Kindle non supportano il formato ePub, perciò non sono compatibili né con gli eBook di Kobo né con il Drm di Adobe. Vale anche per i contenuti Kobo l’impedimento tecnico e legale a convertire in altri formati gli eBook protetti, e anche il limite sul numero di device e software di lettura (fino a cinque) su cui ciascun utente può trasferire o sincronizzare i titoli acquistati. Su quest’ultimo aspetto, però, sembra valere un principio di tolleranza.

Estratto dell’articolo di 7 pagine pubblicato sul numero 261 di dicembre di PC Professionale