Successivo

Magazine

Action Cam 4k

Redazione | 1 Agosto 2016

Preview

È un dato di fatto, lo smartphone è un “cannibale”: grazie alla sua versatilità , sta concentrando su di sé le […]

È un dato di fatto, lo smartphone è un “cannibale”: grazie alla sua versatilità , sta concentrando su di sé le funzioni di altri dispositivi verticali, sicuramente nel loro campo più performanti, ma meno duttili. Il risultato? Una contrazione a livello di vendite di questi device che sono praticamente scomparsi. A farne le spese sono stati i lettori Mp3, i navigatori satellitari, le console portatili, le fotocamere e le videocamere digitali; tutte sostituite dallo smartphone che adempie, più che discretamente – nell’ottica di un utente medio – a tutte queste funzioni. L’immediatezza (e l’onnipresenza) dello smartphone ha generato un’accelerazione improvvisa nella generazione di contenuti foto/video, con cui “inondiamo” i nostri profili social.

di Eugenio Moschini

ICON_EDICOLAQuesto meccanismo ha creato, per così dire, una nostra “dipendenza” che spesso ci porta a voler documentare la nostra vita 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Ma per quanto versatile, ci sono situazioni in cui lo smartphone non può sempre essere un testimone al nostro fianco. Basti pensare alle riprese in condizioni ambientali difficili (come in acqua, sulla neve o sotto la pioggia) o alle situazioni in cui abbiamo le mani impegnate e/o ci serve un supporto più stabile dell’immancabile selfie stick.

Esiste però un dispositivo, molto verticale, che riesce perfettamente in questi compiti: non solo non è stato “fagocitato” dallo smartphone, ma all’opposto ha avuto una spinta in più nella sua crescita. Stiamo parlando delle action cam, soluzioni nate per gli sportivi o per chi voleva catturare l’attimo dei momenti all’aria aperta, ma che oggi stanno conoscendo una crescita esponenziale. Infatti, nel solo 2015, sono state vendute oltre 7 milioni di action cam e le previsioni, per il periodo 2016 – 2023, vedono un tasso di crescita annuale composto (CAGR) a doppia cifra, con un +22%. Si tratta di un mercato che oggi vale circa 3 miliardi di dollari, ma le aspettative, per il 2020, prevedono di arrivare a 35 miliardi di dollari, con un tasso di crescita del 52%. Non è il fatto che siamo diventati tutti supersportivi a trainare le vendite, ma è il mercato delle action cam a essere diventato più maturo, con dispositivi adatti a tutte le esigenze (e a tutte le tasche). Sicuramente vi sarà  capitato di vedere in giro i turisti dotati di action cam, utilizzarla come “taccuino” digitale e non soltanto per fare video, ma anche foto. La presenza di connettività  Wi-Fi consente di condividere (grazie alle app) i contenuti con lo smartphone, trasformandole di fatto in “super-accessori” da mobile phone.

GoPro e la guerra dei “cloni”

Negli ultimi anni il vero dominatore di questo segmento è stata GoPro (spesso si usa il termine “GoPro” come sinonimo di “action cam”), che è arrivata a detenere più del 60% del mercato: in pratica, ogni tre modelli venduti, due erano del brand statunitense. È una posizione di supremazia che però sta collassando in fretta, tanto che il produttore californiano ha dichiarato di voler tagliare, a inizio 2016, il 7% della sua forza lavoro e ha “concentrato” la sua gamma, eliminando di fatto tutti i suoi modelli “economici” Hero, Hero+ e Hero+ LCD.
Il motivo? GoPro era riuscita a creare un brand così autorevole con cui si indentificava un’intera categoria di prodotto, ma che è resistito fino a quando le action cam sono state usate come “vere” action cam: quando poi si è arrivati alla “consumerizzazione” abbiamo assistito all’invasione dei cloni cinesi.

Questi modelli sono compatibili con tutto l’universo dei supporti GoPro, con prestazioni più che buone nell’utilizzo “standard”, ma che costano anche un quinto.

Con il risultato che i consumatori meno evoluti, alla ricerca di una soluzione economica, si sono ovviamente chiesti “perché spendere di più?”. Il mercato quindi oggi si trova diviso in due grosse categorie: le action cam di marca, che stanno diventando sempre più verticali, e i “cloni”, che stanno diventando sempre più generalisti.

Attenzione però, non pensiate che le parole “clone” o “cinese” siano sempre da intendere come sinonimi di “bassa qualità “. Non è assolutamente vero.

Ci sono produttori cinesi che sono riusciti o a fare “cloni” di ottima qualità , come SjCam, o a “rivisitare” la soluzione GoPro, dando vita a soluzioni forse poco originali, ma dalle eccellenti caratteristiche, come Ezviz e Xiaomi.
4K, la nuova frontiera

Nate come soluzioni che dovevano “catturare l’attimo” in condizioni critiche, le action cam si sono rapidamente evolute sul fronte delle prestazioni: il Full Hd a 24 fps è il minimo sindacale sotto cui non si dovrebbe scendere, ma molti modelli offrono risoluzioni e cadenze ben superiori. Il 4K (ovvero una risoluzione quadrupla del Full Hd, con i suoi 3.840 x 2.160 pixel) è il nuovo traguardo che molte action cam di fascia medio-alta sono in grado di raggiungere. Bisogna tuttavia distinguere tra 4K reali e 4K “fittizi”: sotto i 24 fps, infatti, il video catturato potrebbe risultare poco fluido. Per questo, se siete alla ricerca di una action cam che deve registrare in 4K, non accontentatevi di verificare la risoluzione massima, ma controllate anche la cadenza. Viceversa, se il 4K non è lo scopo principale, potete “accontentarvi” di una risoluzione inferiore. (…)

Estratto dall’articolo pubblicato di PC Professionale di agosto 2016