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Notebook Superpotenti con Kaby Lake

Pasquale Bruno | 28 Febbraio 2017

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  L’annuncio dei processori Intel di settima generazione, per quanto riguarda il settore mobile, è stato dilazionato nell’arco di cinque […]

 

L’annuncio dei processori Intel di settima generazione, per quanto riguarda il settore mobile, è stato dilazionato nell’arco di cinque mesi. Ad agosto 2016 sono stati presentati sei modelli Kaby Lake a basso consumo (U-Series e Y-Series), con disponibilità  effettiva di prodotti programmata in tempo per le vendite natalizie. A gennaio 2017 sono stati annunciati i modelli per Pc desktop e quelli per notebook ad alte prestazioni (H-Series) e sono stati introdotti ulteriori modelli a basso consumo, completando così l’offerta. In realtà  la disponibilità  di notebook con Kaby Lake è ancora ridotta; molti produttori hanno presentato nuove macchine in concomitanza degli annunci Intel ma in Italia bisognerà  aspettare primavera inoltrata per vedere un’offerta organica a scaffale.

di Pasquale Bruno

ICON_EDICOLAKaby Lake va considerata come un’evoluzione della precedente Skylake. A livello di architettura cambia poco; la differenza principale sta nel nuovo e migliorato processo produttivo a 14 nanometri, denominato 14nm+, che consente frequenze di clock più elevate e dunque maggiori prestazioni a parità  di consumi. Mediamente si nota una differenza di 200-300 MHz in più tra un corrispondente processore di sesta e settima generazione, sia per quanto riguarda le frequenze base sia per la modalità  turbo. Questo vuol dire che le performance per megahertz non cambiano, almeno lato Cpu. La Gpu integrata, giunta alla generazione 9.5, presenta invece delle novità  progettuali, con un nuovo Media Engine in grado di velocizzare la codifica/decodifica dei flussi video. In particolare, viene ora gestita totalmente in hardware la decodifica Vp9 a 8 e 10 bit e quella 4K Hevc Main10. Il codec Vp9 è ampiamente utilizzato da Google nei propri servizi, primo fra tutti Youtube. I processori Skylake,al contrario, utilizzano un approccio ibrido distribuendo il calcolo tra la Gpu e la Cpu. Evitando di far intervenire la Cpu si ottiene una maggiore efficienza, consumi elettrici inferiori e più tempo Cpu a disposizione per altri task. Per quanto riguarda la codifica, solo la Vp9 a 10 bit non è gestita in hardware dalla Gpu.

Infine, la nuova versione della tecnologia Speed Shift permette un cambiamento di stato più rapido rispetto al passato, velocizzando le variazioni della frequenza di clock. Un fattore molto importante nei processori mobile. In pratica il processore è più rapido ad aumentare la frequenza di clock quando il carico di lavoro aumenta; un Core i7-7500U passa da 500 MHz a 3,5 GHz (turbo mode con 1 core attivo) in 15 millisecondi, quando un equivalente processore di precedente generazione ne impiega circa 30.
Come si nota c’è poco di rivoluzionario; d’altro canto Intel si trova in una fase intermedia del consueto processo tick-tock, che vede un’ottimizzazione dell’architettura precedente in attesa di un nuovo processo produttivo (Cannon Lake a 10 nanometri, atteso nella seconda metà  del 2017). Al posto del consueto ciclo tick-tock a due fasi Intel ha introdotto Pao (Process, Architecture, Optimization) a tre fasi; con Kaby Lake siamo appunto nell’ultimo, quello dell’ottimizzazione senza cambiare processo produttivo né architettura. Per un’analisi più profonda di Kaby Lake rimandiamo al numero 310 di PC Professionale, dove questa architettura è stata analizzata in ogni dettaglio.

I processori Kaby Lake mobile sono divisi in tre famiglie principali, distinte dal valore Tdp (Thermal Design Power) espresso in watt. Quelli più a basso consumo, denominati Y-Series, hanno un Tdp di 4,5W e sono adatti ai tablet, ai dispositivi 2-in-1, ai convertibili e in genere ai dispositivi più piccoli. Da notare che il supporto alla Ram Ddr4 è assente. Gli U-Series sono in pratica quelli mainstream, utilizzati sia sui notebook sottili come gli Ultrabook, sia sui modelli da 15 pollici di fascia media. In questo caso il Tdp è di 15 o 28 W. Sono processori più potenti, solitamente di tipo dual core con Hyper Threading, e sono anche più economici. Al vertice in termini di prestazioni troviamo gli H-Series, tutti di tipo quad core e con Tdp di 35 o 45 watt. Questi modelli raggiungono le frequenze più alte, hanno un quantitativo di cache superiore e possono gestire memoria Ddr4 a 2.400 MHz. Sono gli unici certificati “Vr Ready” da Intel, il che significa che hanno potenza sufficiente per gestire applicazioni di realtà  virtuale. Gli H-Series hanno bisogno di un chipset esterno serie 200 per la gestione delle periferiche; i processori Y-Series e U-Series hanno invece il Pch (Platform Controller Hub) integrato. I modelli con suffisso -HK hanno il moltiplicatore sbloccato verso l’alto e permettono l’overclock, sempre che il produttore del notebook metta a disposizione gli strumenti per farlo.

Per quanto riguarda le Gpu integrate, si nota che sono sparite le Iris Pro per le applicazioni professionali, sostituite dalle Iris Plus con memoria eDram. Si tratta in pratica di un buffer tra Gpu e Ram che velocizza le operazioni grafiche. Le Iris Plus sono utilizzate su alcuni processori U-Series ma non sugli H-Series, che di solito sono abbinati a una Gpu esterna Amd o Nvidia su bus Pci Express (che arriva a 16 linee). Osservando la tabella si nota quanto detto all’inizio: le frequenze di clock sono mediamente più alte rispetto ai processori Skylake, mantenendo però lo stesso Tdp. Troviamo anche due potenti processori Xeon destinati alle workstation portatili, con supporto alle memorie Ecc, due Celeron e due Pentium di fascia economia. I Pentium hanno in più la tecnologia Hyper Threading (4 core virtuali e 2 fisici), in tutti comunque manca il turbo mode. (…)

Estratto dell’articolo pubblicato su PC Professionale di marzo 2017