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Monitor ultra panoramici da gioco

Nicola Martello | 12 Dicembre 2017

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I monitor per immergersi in modo completo nei videogiochi sono grandi e con pannello curvo per avvolgere il giocatore nel mondo virtuale. Sei soluzioni in prova per cambiare in modo radicale l’esperienza gioco.

I settori dei componenti informatici legati all’universo del gaming sono in continua espansione, forti non solo dell’entusiasmo dei videogiocatori, ma anche dell’evoluzione tecnologica e della forte specializzazione che i produttori hanno scelto per dare vita a linee di prodotti dedicate a chi fa del gaming un momento di svago o una professione vera e propria. È di poche settimane fa, infatti, la decisione del CIO (Comitato Olimpico Internazionale) di annoverare gli esport tra le attività sportive propriamente dette.

I monitor sono uno dei componenti fondamentali all’interno di una postazione di gioco in quanto sono la finestra sul mondo virtuale all’interno del quale il giocatore si immerge e la fonte primaria delle informazioni in base alle quali il giocatore reagisce. Per questi motivi si stanno diffondendo sempre di più pannelli ultra panoramici curvi con lo scopo di offrire un campo visivo simile a quello reale; la tecnologia si spinge però ben oltre il pannello con soluzioni per ridurre al minimo gli artefatti visivi e per calibrare le prestazioni del monitor in funzione del tipo di gioco.

Un buon monitor da gioco dovrebbe offrire all’utente preset specifici per gli Fps (first person shooter) e per gli Rts (realtime strategy) in primis. Gli Fps sono i giochi che beneficiano più degli altri dall’impiego di un monitor di ultima generazione grazie alla presenza di funzioni in grado di rendere perfettamente visibili – almeno all’occhio esperto di un giocatore – i nemici nascosti nell’ombra e di evidenziare un mirino virtuale al centro dello schermo per sparare a colpo sicuro. Anche le dimensioni contano, perché le diagonali molto ampie associate al formato ultra panoramico con rapporto 21:9 e alla curvatura permettono di coinvolgere la visione laterale del giocatore e di garantire maggiore realismo. La resa visiva e l’illusione di essere dentro la scena sono caratteristiche fondamentali in questo campo, poiché i giochi moderni hanno raggiunto livelli di fotorealismo impensabili solo qualche anno fa e quindi è importante che le scene siano visualizzate in maniera nitida, verosimile e con colori accattivanti.
Il mercato offre moltissimi monitor dedicati al gaming e la scelta è diventata così ampia che è diventato difficile individuare il modello giusto per le proprie esigenze: le caratteristiche tecniche da prendere in considerazione sono tante e combinate in modo diverso danno vita a una gamma di prodotti in grado di mettere in imbarazzo anche una persona esperta. Per rendere l’idea è come cercare di scegliere una scarpa per praticare sport in un negozio specializzato in grado di proporvi almeno cento modelli diversi, per colori, caratteristiche della suola, della tomaia e così via. Per poter scegliere in modo ponderato è quindi necessario avere le idee chiare sulle caratteristiche che più delle altre definisco le prestazioni di un monitor dedicato al gaming.

Le caratteristiche principali che distinguono un monitor per giocare da uno generico sono la frequenza di refresh, la velocità dei cristalli liquidi, l’input lag, il rapporto d’aspetto, la curvatura e i preset cromatici dedicati.
Il refresh, ovvero quante volte al secondo l’apparecchio è in grado di visualizzare una o più immagini, deve essere elevato per garantire fluidità anche nelle scene più frenetiche. Oggi si parte da 100 Hz (un display generico si ferma a 60 Hz), ma gli schermi più veloci raggiungono i 240 Hz.
La velocità dei cristalli liquidi è per convenzione indicata come il tempo espresso in millisecondi per passare da un livello di grigio all’altro e nel caso dei monitor da gioco è di 1 ms o poco più. Minore è questo numero più nitide sono le immagini in movimento. Le prestazioni migliori si ottengono di solito con l’attivazione dell’overdrive, una sovratensione applicata agli elettrodi delle celle dei pixel per accelerare l’orientamento dei cristalli liquidi, ma se l’overdrive è troppo forte appaiono scie bianche, in genere molto più visibili e fastidiose di quelle normali.
L’input lag è la bestia nera dei giocatori più esigenti: si tratta del ritardo tra il comando impartito con la periferica di controllo e l’azione corrispondente nel gioco, un ritardo fastidioso già quanto è limitato e che quando è sensibile rende difficile prendere la mira e rovina completamente l’illusione di essere dentro il gioco. Per ridurre il più possibile il lag, i display offrono modalità ottimizzate, che contengono i ritardi causati dall’elaborazione del flusso video da parte dell’elettronica interna.
Il rapporto d’aspetto è la proporzione tra la larghezza dello schermo e la sua altezza. I primi display erano 4:3, poi con l’alta definizione il formato si è allargato a 16:9 (panoramico); oggi i monitor più specializzati per il gioco sono 21:9 (ultra panoramico), quindi molto allargati rispetto all’altezza. Uno schermo 21:9 copre meglio il nostro campo visivo, molto più esteso in orizzontale che in verticale, e quindi contribuisce in maniera importante a creare l’illusione di immergersi nella scena. (… continuate a leggere sul numero 321 di PC Professionale)

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