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Obsolescenza programmata

Editoriale | Magazine

Rottamare, riciclare o recuperare

Eugenio Moschini | 1 Febbraio 2018

Editoriale

Obsolescenza programmata, è giusto pre-stabilire o limitare il ciclo di vita dei prodotti?

La definizione di obsolescenza programmata è semplice: si tratta di una politica commerciale diretta a limitare il ciclo di vita di un bene (o di un prodotto). In realtà l’obsolescenza programmata può essere di due tipi: reale o percepita. Nel primo caso il prodotto smette di funzionare correttamente dopo un pre-determinato periodo di tempo (e di solito il costo dell’eventuale riparazione supera di gran lunga il valore del prodotto stesso), mentre nel secondo il produttore presenta un nuovo modello, dello stesso prodotto, che fa apparire quello precedente come superato e inferiore.

L’obsolescenza programmata ha, diversamente da quello che si potrebbe credere, radici molto lontane. Uno dei primi (e più noti) esempi riguarda il cartello Phoebus, con cui i produttori di lampade a incandescenza si accordarono per limitare a 1.000 ore la vita utile delle lampadine. Una “data di scadenza” stabilita a tavolino, visto che prima la lampadina aveva una aspettativa di vita infinitamente più lunga (la più longeva lampadina è in funzione, quasi ininterrottamente, da ben 117 anni e potete vederla ancora “in vita” su www.centennialbulb.org).

Ognuno di noi ha la sua personale raccolta di prodotti che, seppur ancora validi, sono stati rottamati perché era impossibili ripararli oppure semplicemente messi in un cassetto, ancora perfettamente funzionanti. Come il mio precedente notebook, che – a malincuore – ho “pensionato” lo scorso anno, dopo 7 anni di onorata carriera. Certo, la base di partenza era ottima, era una workstation grafica all’avanguardia per i tempi, ma l’aspetto che mi ha permesso di usarla così a lungo è stata la sua aggiornabilità.

Dopo qualche anno la memoria era insufficiente? Non ho avuto problemi all’upgrade (la piattaforma supportava già 16 GB di memoria). L’hard disk meccanico in dotazione era diventato il collo di bottiglia? Nessun problema, ho montato unità Ssd di capacità via via crescenti. La batteria negli anni ovviamente non era più brillante? Non solo l’ho sostituita, ma ho messo un modello a 9 celle che mi garantiva un’autonomia “stratosferica” (per l’epoca) pari a una giornata lavorativa. Non integrava l’Usb 3.0? L’ho aggiunto grazie allo slot per Express Card. Insomma, so che ho spremuto questo notebook al 100% delle sue possibilità, e sono altresì consapevole che, con il mio attuale notebook, non potrò neanche lontanamente avvicinarmi al record. Nessuno dei suoi componenti è aggiornabile, è una macchina che è nata e morirà così e, quando le sue prestazioni non mi saranno sufficienti in qualche comparto, la mia unica scelta sarà sostituirla.

Giusto? Sbagliato? Ovviamente, se tutti i prodotti che comprassimo fossimo eterni, ci sarebbe così poca domanda da mandare in crisi il mercato, d’altro canto, i produttori IT stanno dettando canoni che, se da un lato ci appagano esteticamente o come ingombri, rendono impossibile l’aggiornamento hardware di un prodotto. Basti pensare alla batteria degli smartphone: ormai trovare un modello di fascia medio/alta con batteria sostituibile è come cercare un ago in un pagliaio. E quando non è l’aggiornamento hardware a renderci la vita impossibile, arriva il software. Come Android Oreo Go Edition, di cui parliamo in questo numero. Sulla carta poteva essere una buona possibilità per dare nuova linfa ai “vecchi” smartphone, con un sistema operativo alleggerito. E invece, nessun produttore sembra intenzionato a rilasciare questa versione del sistema operativo per i suoi vecchi smartphone.

Insomma, dobbiamo rassegnarci a mettere nel cassetto i nostri dispositivi, seppure perfettamente funzionanti, oppure perché il costo della riparazione supera di gran lunga il loro valore? Non è detto, sul prossimo numero troverete un articolo di “riciclo creativo” e su come dare nuova vita ai vostri vecchi dispositivi (tablet o smartphone) Android e iOS. E voi, con i vostri vecchi dispositivi cosa avete fatto? Li avete messi in un cassetto o continuate a usarli? E in che modo? Scrivetemelo.