Apple ha perso la prima sfida legale contro Corellium, una startup che sviluppa un software in grado di creare iPhone virtuali, consentendo la scoperta di vulnerabilità in iOS. Il giudice Rodney Smith ha stabilito che Corellium non ha violato nessun copyright. Rimane ancora in piedi l’accusa di violazione del DCMA (Digital Millennium Copyright Act), ma la decisione rappresenta una significativa battuta d’arresto per l’azienda di Cupertino.
Corellium è una startup della Florida fondata nel 2017 che offre la possibilità di accedere alle versioni virtuali dei dispositivi (Android e iOS) eseguite su server ARM. Ciò permette ai ricercatori di sicurezza di scoprire eventuali bug senza utilizzare uno smartphone reale. Apple ha tentato di acquisire Corellium all’inizio del 2018. L’operazione non è riuscita, quindi ha deciso di citare in giudizio la startup ad agosto 2019.
Secondo l’azienda di Cupertino, il software di Corellium consente di creare iPhone virtuali, la cui unica funzione è quella di eseguire copie non autorizzate di iOS su hardware non Apple. Il giudice Smith ritiene invece che l’uso di iOS da parte di Corellium è consentito perché sono state aggiunte funzionalità non presenti sui dispositivi Apple, come la possibilità di modificare il kernel, fermare i processi in esecuzione ed eseguire altre operazioni.
Deve tuttavia essere verificata l’eventuale violazione del DCMA, la legge che vieta l’uso di tecnologie in grado di aggirare le misure di protezione dalla copia. Questa parte del caso verrà esaminato all’inizio di gennaio. Apple sostiene che Corellium potrebbe vendere il software a chiunque, senza segnalare la scoperta delle vulnerabilità, ma il giudice ha respinto anche questa accusa.