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Apple, multa dell’UE da 1,8 miliardi per lo streaming musicale

Martina Pedretti | 4 Marzo 2024

Apple

Apple ha ricevuto una multa dall’UE da 1,8 miliardi per l’abuso di potere nello streaming musicale dopo la causa del 2020 di Spotify

La UE sostiene Spotify: multa a Apple da 1,8 miliardi per abuso nello streaming musicale

Apple ha ricevuto una multa di 1,84 miliardi di euro dalle autorità antitrust dell’Unione Europea per abuso nello streaming musicale, dopo una causa intentata da Spotify nel 2020.

La notizia della multa è stata riportata dal Financial Times e precede l’enorme cambiamento da parte di Apple delle regole di distribuzione delle app per iPhone a causa del Digital Markets Act dell’UE.

La sanzione è arrivata a causa delle regole interne all’App Store. Su questa piattaforma infatti per anni ha impedito ai servizi musicali di pubblicizzare offerte di abbonamento più economiche al di fuori dello store.

In un comunicato stampa di lunedì, la Commissione Europea ha affermato che la sua indagine ha rilevato che “Apple vieta agli sviluppatori di app di streaming musicale di informare pienamente gli utenti iOS sui servizi di abbonamento musicale alternativi e più economici disponibili al di fuori dell’app“. Inoltre impedisce anche ai fornitori di app di condividere istruzioni su come iscriversi a tali offerte.

Per un decennio, Apple ha abusato della sua posizione dominante nel mercato della distribuzione di app di streaming musicale attraverso l’App Store“. Questo ha affermato Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva responsabile della politica di concorrenza. “Lo hanno fatto impedendo agli sviluppatori di informare i consumatori sui servizi musicali alternativi e più economici disponibili al di fuori dell’ecosistema Apple. Ciò è illegale secondo le norme antitrust dell’UE, quindi oggi abbiamo multato Apple per oltre 1,8 miliardi di euro”.

La Commissione ha affermato di aver preso in considerazione “la durata e la gravità dell’infrazione” nel fissare l’ammenda. Inoltre ha valutato il fatturato totale e la capitalizzazione di mercato di Apple, tenendo conto anche delle “informazioni errate” fornite dall’azienda durante il procedimento amministrativo.

Questa decisione invia un messaggio potente. Nessuna azienda, nemmeno un monopolio come Apple, può esercitare il potere in modo abusivo per controllare il modo in cui altre aziende interagiscono con i propri clienti“. Questo ha affermato Spotify in risposta alla sentenza. “Le regole di Apple hanno impedito a Spotify e ad altri servizi di streaming musicale di condividere con gli utenti direttamente nella nostra app vari vantaggi. Ci ha negato la possibilità di comunicare con loro su come aggiornare e sul prezzo di abbonamenti, promozioni, sconti o numerosi altri vantaggi. Naturalmente anche Apple Music, concorrente di queste app, non è esclusa dallo stesso comportamento”.

Anche Apple ha rilasciato una risposta severa alla sentenza. Ha infatti affermato che la Commissione non è riuscita a “scoprire alcuna prova credibile” di danni ai consumatori o di comportamenti anticoncorrenziali. La società afferma inoltre che Spotify vuole “riscrivere le regole dell’App Store” per ottenere vantaggi competitivi, senza pagare nulla ad Apple. L’azienda ha anche affermato che farà appello contro la decisione.

L’indagine dell’UE risale al 2020, dopo che Spotify ha presentato una denuncia antitrust sulla cosiddetta “Apple Tax” di Apple. Oltre a lamentarsi della commissione del 30%, Spotify ha contestato le regole dell’App Store secondo cui limitava le comunicazioni con i propri clienti e la capacità di commercializzare e promuovere affari.