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CCleaner, nessun limite al peggio?

Alfonso Maruccia | 19 Settembre 2018

Software

La popolare utility di pulizia per Windows continua a far discutere, con la società produttrice che compie un passo avanti e due indietro nel tentativo di riguadagnare la fiducia perduta in queste ultime settimane.

Avrebbe dovuto rappresentare un nuovo inizio con il pieno rispetto della privacy e delle scelte degli utenti, e invece l’arrivo di CCleaner 5.46 è coinciso con un’ulteriore involuzione nello sviluppo di quello che è un tempo era universalmente considerato un software di pulizia e tweaking indispensabile per gli utenti di Windows.

L’ultima release di CCleaner è stata distribuita due settimane fa come “risarcimento” per le polemiche che hanno infiammato l’estate di Piriform, la software house sviluppatrice del programma che a inizio agosto è stata investita accusata di aver compiuto scelte lesive della riservatezza degli utenti.

CCleaner 5.45 includeva infatti il monitoraggio del sistema e la comunicazione dei dati raccolti ai server remoti, una “funzionalità” che non è stata evidentemente accolta molto bene dalla community e ha costretto Piriform a fare marcia indietro su tutta la linea.

Icona CCleanerLa release 5.46 e, in seguito, un nuovo programma beta per testare le novità prima dell’utenza generale sembrava aver risolto definitivamente la questione, e invece in questi ultimi giorni sono emersi nuovi fatti in merito al comportamento a dir poco inquietante della software house acquisita da Avast nel 2017.

L’ultima trovata di Piriform consiste infatti nell’aggiornamento forzato di CCleaner all’ultima versione disponibile, un’operazione che non tiene conto delle impostazioni decise dall’utente – ovvero l’esclusione della procedura di auto-aggiornamento – e che viene effettuata attraverso un nuovo componente (CCUpdate.exe) incluso dalla versione 5.36 in poi.

Gli utenti hanno, ancora una volta, lamentato la pratica anti-utente messa in atto da Piriform, mentre la società si è giustificata parlando di una politica pensata per “proteggere gli utenti” con aggiornamenti considerati critici, fornire loro le ultime funzionalità disponibili per la privacy e distribuire una release pienamente rispettosa delle nuove norme europee sulla riservatezza (GDPR).

Di certo, suggeriscono gli (ex?)-utenti sul forum ufficiale, per un software originariamente chiamato “Crap Cleaner” negli ultimi tempi (dopo l’acquisizione da parte di Avast) CCleaner è stato letteralmente imbottito di “crap” (e qui la traduzione non è davvero necessaria) di cui avrebbero fatto volentieri a meno.