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Cos’è e come funziona Clubhouse: il social dove si usa solo la voce

Martina Pedretti | 1 Febbraio 2021

Un nuovo social network spopola tra i più giovani: ecco cos’è e come funziona Clubhouse, la stanza sonora dove gli utenti comunicano solo a voce

Clubhouse è un nuovo tipo di social network che si basa unicamente sulla voce. Qui le persone si ritrovano insieme per parlare, ascoltare e imparare in tempo reale, senza farsi vedere. Si tratta del social del momento, tutto si basa su stanze sonore, dove le persone si trovano per parlare di vari argomenti.

Su Clubhouse non esistono porzioni di testo scritte, niente commenti e messaggi, si interagisce solo a voce, senza inoltre che niente venga registrato. Si può quindi attingere unicamente al suono della propria e dell’altrui voce. Per il momento l’app è disponibile unicamente per iOS, per i maggiori di 18 anni e solo su invito di qualcuno che l’ha già scaricata. Altro non è che una comune pratica per le app in fase di testing, che puntano a creare una rete di conoscenti che possano diffondere il verbo del proprio social. Presto dovrebbe arrivare anche un supporto per Android, per diventare disponibile al download sul Play Store.

Come funziona ClubHouse

Ma come funziona ClubHouse? Quando si accede all’app, si arriva su una pagina dove si possono esplorare varie stanze create dai contatti. La sezione è curata in base agli interessi degli utenti e alle persone seguite, da selezionare in fase di sign in. Infatti, qualora si venga invitati, ci si deve registrare, indicando il proprio numero di cellulare. Se tra i contatti figura qualcuno che già è attivo sull’app si potrà sbloccare l’accesso.

Successivamente ci si potrà unire alle stanze solo come ascoltatore, con il microfono disattivato. Ma chi partecipa può interagire, utilizzando il tasto con l’icona della mano, per alzare a tutti gli effetti la mano. Questa funzione è presente anche nelle app di comunicazione video che tanto si sono diffuse con la pandemia: Zoom, Meet e Teams. Nonostante per il momento si tratti ancora di un’app in crescita e non accessibile da tutti, ClubHouse promette di non incappare in problemi della privacy che invece colpiscono altre realtà più grosse.

ClubHouse nasce in piena pandemia da Paul Davison e Rohan Seth, due ex dipendenti di Pinterest e di Google, ottenendo un finanziamento di circa 100 milioni di dollari dalla società Andressen Horowitz. La sua valutazione complessiva è di oltre 1 miliardo di dollari.

Molti VIP si stanno appoggiando a questo social per realizzare le loro stanze e discutere di particolari argomenti. Memori del fatto che alla chiusura di ogni room, i messaggi si autodistruggono, gli utenti sono portati a partecipare più attivamente e senza temere che la propria privacy venga violata.