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COVID-19, smart working fino al 2021 anche per Microsoft

Alfonso Maruccia | 4 Agosto 2020

COVID-19 Microsoft

Redmond segue l’esempio di Mountain View e impone il lavoro da casa a tutti i suoi dipendenti. Il ritorno in ufficio procederà per gradi, anche se le date sono soggette a variazione.

Microsoft ha deciso di seguire Google sulla strada dello smart working globale, una scelta evidentemente dettata dal perdurare della pandemia di COVID-19 e dal diastro provocato da Donald Trump negli USA. Il ritorno in ufficio è programmato per l’inizio del 2021, salvo nuovi (quanto probabili) rinvii.

Stando a un memo visionato da fonti interne all’azienda, al momento Microsoft impone il lavoro da casa a tutti i suoi dipendenti sparsi in giro per il mondo. Il documento ha già pianificato quello che, nella migliore delle ipotesi, sarà un ritorno graduale alla normalità nel corso dei prossimi mesi (o anni).

Coronavirus di Wuhan

Il piano di Microsoft prevede una successione di sei fasi differenti: nella prima fase, gli uffici di Redmond sono chiusi. Nella seconda fase, quella presumibilmente in essere al momento, il lavoro da casa è obbligatorio; nella terza fase lo smart working sarà “fortemente incoraggiato”, nella quarta ci sarà una riapertura “soft”, nella quinta gli uffici riapriranno “con restrizioni”. Nella sesta fase, infine, si dovrebbe tornare al lavoro come prima.

Microsoft avrebbe indicato il 19 gennaio 2021 come l’avvio della fase 6 negli Stati Uniti, con il ritorno alla normale operatività nel paese ora più colpito dal COVID-19. Piuttosto bizzarra, in tal senso, è la possibilità evocata dal memo di una possibile “ripresa del virus” capace di spingere ancora più in là la data di apertura. Con 4,7 milioni di casi e 155mila morti al momento di scrivere, gli USA sono ancora in piena “fase 1” della pandemia di COVID-19 mentre il resto del mondo civile prova a riprendersi.