La mirrorless Sony di seconda generazione sfoggia dimensioni ancora più compatte, ma ha un sensore migliorato agli alti Iso.
Anteprima di Valerio Pardi
Articolo tratto da PC Professionale 247 di ottobre 2011
A un anno di distanza dal lancio delle sue prime fotocamere mirrorless, Sony presenta il primo modello appartenente alla seconda generazione: la NEX-C3. Il concetto alla base del progetto non cambia, ovvero corpo sottile e sensore in formato Aps, ma in questo caso Sony è riuscita a limare ancora qualche millimetro alle già ridotte dimensioni dei modelli precedenti. Inoltre ha aggiunto un sensore dalla maggiore risoluzione e con una migliore resa agli alti Iso, sebbene la sensibilità massima sia ancora 12.800 Iso come per le precedenti NEX-3 e NEX-5. Il kit in prova questo mese prevede l’abbinamento del corpo a un interessante obiettivo a focale fissa da 16mm f/2,8 “pancake”, molto compatto. Nella confezione è presente anche un flash aggiuntivo, con attacco proprietario, da collegare in caso di bisogno alla fotocamera.
L’aspetto esteriore della fotocamera denota una maggior cura nello sviluppo del design, con linee più morbide, anche se la disposizione dei comandi è rimasta sostanzialmente invariata. La scelta dei materiali appare convincente, tranne forse la plastica rigida utilizzata per l’impugnatura che non offre un feeling eccellente al tatto. Quello che colpisce subito sono le dimensioni e il peso: rispetto alla già compatta NEX-3, la nuova C3 perde 70 grammi e scende a 225 g di peso, con in più una riduzione di 7 mm in larghezza e 2 mm in altezza.
La cura dimagrante non ha influito sulle prestazioni, anzi. Adesso l’autonomia dichiarata è superiore del 20% e raggiunge i 400 scatti secondo lo standard CIPA. Come per i precedenti modelli, anche in questa NEX è assente un mirino ottico o elettronico e l’unica possibilità per gestire l’inquadratura è l’ampio display Lcd esterno da 3″ con risoluzione di 921.600 pixel, orientabile da -45° a +85°. La visibilità dello schermo è buona e la luminosità consente una discreta visione anche in presenza di forte illuminazione esterna. Come per le precedenti versioni, la scelta di dotare la fotocamera di pochi selettori e pulsanti obbliga all’utilizzo del menu per la maggior parte dei parametri da impostare. Tuttavia, sebbene il menu sia graficamente molto ben realizzato, non è altrettanto pratico da utilizzare. Ad esempio, cambiare sensibilità , modificare la modalità di autofocus e impostare un determinato modo di scatto, costringe a entrare in tre diversi sottomenu, rendendo l’operazione poco intuitiva, scomoda e piuttosto dispendiosa in termini di tempo.