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Xtream Codes

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Gli effetti della chiusura di Xtream Codes sullo streaming illegale

Alfonso Maruccia | 30 Settembre 2019

Reti Servizi Web

La famigerata piattaforma per la distribuzione non autorizzata dei canali televisivi a pagamento Xtream Codes è stata “chiusa” dalla Guardia […]

La famigerata piattaforma per la distribuzione non autorizzata dei canali televisivi a pagamento Xtream Codes è stata “chiusa” dalla Guardia di Finanza, utenti e provider hanno accusato il colpo ma lo streaming illegale non è certo sparito da Internet.

L’operazione Black IPTV della Guardia di Finanza ha gettato nel panico provider e clienti dello streaming illegale, ma il sequestro preventivo di Xtream Codes non sembra aver sortito effetti a lungo termine: lentamente ma inesorabilmente, i canali di distribuzione si stanno riprendendo da quello che, con tutta l’evidenza del caso, non è certo un colpo risolutivo al mercato dello streaming non autorizzato.

Come evidenziato dalla GdF durante la presentazione di Black IPTV, Xtream Codes è (o meglio era) una piattaforma di redistribuzione dei segnali di streaming televisivo estremamente popolare – soprattutto nell’ambito della rivendita illegale dei segnali Sky, Netflix, e degli altri servizi a pagamento, dove Xtream Codes poteva vantare qualcosa come 5.000 diversi provider e circa 50 milioni di utenti finali.

P2P, file sharing e pirateria

Xtream Codes era insomma una tecnologia largamente utilizzata per distribuire segnali televisivi pirata, e gli effetti del raid si sono fatti sentire immediatamente con l’impossibilità, per i provider, di rinnovare i contratti o di continuare a usufruire dello streaming illegale – magari tramite ricevitori televisivi specificatamente taroccati – dal punto di vista degli utenti.

Stando ai numeri forniti da Sandvine e riportati da TorrentFreak, il sequestro di Xtream Codes ha subito provocato un crollo del 50% nel traffico telematico generato dallo streaming illegale. Nei giorni successivi, però, i provider hanno cominciato ad adattarsi alla nuova situazione e i decoder taroccati hanno ripreso a trasmettere il segnale non autorizzato sui TV-set degli utenti.

Al momento, alcune piattaforme di distribuzione alternative a Xtream Codes hanno preso il posto del concorrente, mentre il brand caduto in disgrazia viene sfruttato per condurre tentativi di truffa ai danni degli utenti meno informati. Restano da valutare le prossime mosse delle autorità e delle forze dell’ordine (italiane e non) nel tentativo di contrastare un mercato pirata che appare decisamente “troppo grande per fallire”.