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SARS-CoV-2

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COVID-19, come funziona il test con tampone

Alfonso Maruccia | 26 Marzo 2020

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Il famigerato “tampone” usato per identificare la presenza dell’infezione da COVID-19 è oramai entrato nel gergo comune. Scopriamo quali sono le fasi in cui si articola il test.

Il test basato sulla raccolta di materiale genetico tramite un tampone è, a oggi, il metodo pratico più sicuro per identificare la presenza del virus SARS-CoV-2 in un paziente. La pandemia di COVID-19 ha oramai imposto il suddetto tampone come un termine di uso comune, ma in sostanza come funziona (anche da un punto di vista tecnologico) la procedura per riscontrare la positività di una persona infetta dal nuovo coronavirus?

Una recente infografica pubblicata da Compound Interest (CI) fornisce un resoconto abbastanza dettagliato delle varie fasi in cui è articolato il test: il tampone rappresenta il punto di partenza della procedura, con la raccolta di un campione dal naso o dal fondo della gola del paziente. Il materiale genetico virale è composto da RNA, quindi viene adottato un enzima per la “transcrittasi inversa” che converte le basi genetiche in DNA.

Test con tampone COVID-19

Attraverso un procedimento chiamato reazione a catena della polimerasi (PCR), poi, gli acidi nucleici che rappresentano la “carta di identità” del virus vengono replicati e moltiplicati milioni di volte; un colorante fluorescente viene aggiunto alle basi genetiche, così da far risaltare più facilmente la presenza del virus nel campione.

Se la quantità di materiale genetico fluorescente supera una certa soglia, infatti, i laboratori hanno la conferma della presenza del coronavirus da COVID-19 e il risultato del tampone risulta positivo; in caso negativo, il livello di fluorescenza non può crescere e il risultato del tampone è negativo.

L’infografica di CI evidenzia infine i problemi connessi all’attuale metodologia di test a base di tampone (problemi con i reagenti, tempi di attesa per la conclusione del processo, potenziali falsi positivi o negativi), così come anticipa i futuri metodi di test già in fase di studio come quelli basati sulla ricerca degli anticorpi nei campioni di sangue o delle strutture proteiche a forma di “corona” presenti sulla superficie dell’involucro virale.