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SSD: prevenire il decadimento delle prestazioni

Redazione | 9 Gennaio 2015

Le utility Windows che rovinano l’Ssd Windows in particolare adotta alcune tecniche di caching che servono per migliorare la reattività  […]

Le utility Windows che rovinano l’Ssd

Windows in particolare adotta alcune tecniche di caching che servono per migliorare la reattività  del sistema, nate prima dell’arrivo sul mercato degli Ssd e nella maggior parte dei casi attivate di default sui sistemi in commercio. Queste tecniche consistono però in, di nuovo, numerose piccole letture e scritture che poco appesantiscono i dischi magnetici ma che hanno impatti notevoli sugli Ssd.

Due di queste sono Prefetch e Superfetch, apparse per la prima volta addirittura con Windows XP, ben 13 anni orsono. La prima consiste nella capacità  del sistema di monitorare in tempo reale i file più utilizzati nell’avvio del sistema operativo e delle applicazioni, salvandoli in una cartella cache organizzata per essere sempre disponibile. La grande velocità  degli Ssd e la non necessità  di un organizzazione diretta per mantenere tali prestazioni rende il prefetch inutile e dannoso. Il secondo, introdotto con Windows Vista e responsabile inizialmente del consumo anomalo di Ram da parte di quel sistema operativo, è stato modificato in Windows 7 e successivi, pur restando piuttosto invadente.

Il superfetch consiste nel caching in un’area disco dedicata delle porzioni dei programmi utilizzati maggiormente, in modo da renderli sempre immediatamente disponibili alla Ram. Il consumo medio è abbastanza elevato e porta a scrivere su disco anche 1 Gbyte di dati in pochi minuti dopo l’avvio del sistema operativo, motivo per cui, con gli Ssd, è decisamente consigliabile disabilitarlo.

Per fare ciò per entrambe i servizi la procedura è la medesima: dal prompt dei comandi è sufficiente andare nel registro di sistema con il comando Regedit e andare nella cartella “HKEY_LOCAL_MACHINE\System\CurrentControlSet\Control\SessionManager\MemoryManagement\PrefetchParameters” e cliccare con il tasto destro sui due parametri EnablePrefetcher e EnableSuperfetch, modificando il valore predefinito (1 oppure 3 significa servizio abilitato) in 0 (disabilitato). Per completare la procedura occorre un riavvio della macchina.

La cache di scrittura disco

Windows prevede la possibilità , per tutte le unità  di archiviazione, di abilitare il servizio di write caching. Questo permette al sistema di scrivere i dati non direttamente sul disco quando necessario, ma archiviarli temporaneamente in Ram e riversarli su disco quando quest’ultimo è scarico. Dal punto di vista prestazionale il sistema guadagna qualche punto percentuale, mentre dal punto di vista dello stress elettronico la procedura porta a un incremento del numero di scritture rispetto a un semplice schema diretto.

02-CACHE_WIN

Per disabilitarlo è sufficiente andare, da Pannello di controllo, in Gestione dispositivi, aprire il pannello Unità  disco, selezionare il disco Ssd e cliccare la voce Proprietà  che appare premendo il tasto destro. A questo punto, nel pannello Criteri è possibile disabilitare la cache in scrittura. L’unico caso in cui sconsigliamo questa procedura è se il vostro sistema adotta un Ssd Intel, in questo caso infatti il decremento prestazionale impatta davvero negativamente.

Ripristino del sistema, fonte di stress

Il system restore (o ripristino di sistema) pur essendo un’ottima funzione del sistema operativo Windows, ha un effetto deleterio tanto sulle performance tanto sulla durata di un Ssd.
Con il passare del tempo le continue scritture necessarie per tenere aggiornato il sistema riempiono parzialmente lo stesso spazio di archiviazione, con continue sovrascritture nel complesso piuttosto deleterie, rendendo inoltre molto complesso il funzionamento corretto del comando Trim (di cui parleremo approfonditamente più avanti).
Per disabilitare questa funzionalità  è necessario selezionare Sistema nel Pannello di controllo e selezionare la scheda Protezione sistema. Dopo aver premuto il tasto Configura è possibile scegliere le impostazioni di ripristino e, nello specifico, disattivare la protezione di sistema.

Con questo semplice accorgimento si potrà  evitare che il disco allo stato solido venga continuamente stressato con la scrittura dei dati di restore, in grado di coprire svariate decine di Gbyte ogni giorno.
Davide Piumetti

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