Successivo

News

Informatica in caduta libera: – 4,3% per fine 2013

Redazione | 16 Ottobre 2013

Tablet

Escono in questi giorni  due importanti analisi di mercato sull’iCT italiana: l’aggiornamento semestrale del Rapporto Assinform 2013 e l’Assintel Report […]

idea-apertura-tabletEscono in questi giorni  due importanti analisi di mercato sull’iCT italiana: l’aggiornamento semestrale del Rapporto Assinform 2013 e l’Assintel Report 2013. Da osservatori diversi (le due associazioni di imprese dell’Ict fanno capo rispettivamente a Confindustria e Confcommercio)  entrambi gli studi traggono le stesse conclusioni: il 2013 è destinato a chiudersi con un calo del 4% per il mercato informatico e da qui a fine anno non è previsto alcun miglioramento.

Nel primo semestre del 2013 infatti c’è stata purtroppo un’accelerazione nella tendenza al ribasso, spiega l’Associazione delle imprese informatiche che fa capo a Confindustria: a giugno 2013 il mercato italiano Ict valeva 32.048 milioni di euro e perdeva il 4,3% rispetto allo stesso periodo del 2012. La dinamica è sempre quella: cala la domanda dell’IT più tradizionale e dei servizi di rete delle Tlc (-9,2% ) mentre cresce del 4,9% quella dei contenuti e la pubblicità  on line, e del 4,5% quella relativa ai dispositivi digitali che, attraverso la connessione al web, innovano le attività  più tradizionali: è il caso delle Smart Tv, degli e-reader, dei navigatori, delle fotocamere digitali, delle piattaforme di e-commerce, dell’Internet delle cose e dei servizi di cloud computing.

Nello stesso tempo continuano a crescere anche i collegamenti a banda larga, seppure solo del 2,4%, e oggi in Italia si contano 13,9 milioni di accessi broadband.  Troppo pochi rispetto alle medie degli altri paesi europei. In sostanza, spiega il Rapporto Assinform, il mercato ICT sta subendo un’evoluzione e componenti di nuova generazione si stanno sostituendo progressivamente a quelli più tradizionali, ma questo avviene a un ritmo ancora troppo lento e non sufficiente a far ripartire il mercato.

Lo testimonia anche la scarsa incidenza dell’Ict sul Pil italiano, inferiore al 5%, quando in Europa è pari al 7% .

Dal 2008 a oggi sono stati persi quasi 4 miliardi di euro sul mercato dell’information technology italiana, avverte l’Assintel Report che ricorda come siano in calo vertiginoso tutti e tre i segmenti classici dell’IT: Hardware -9,5%, Software -3,2%, Servizi IT -4,3%. Lla spesa IT nelle aziende è tutta in contrazione, soprattutto per quelle piccole: -19,7% per le micro imprese, -14,8% per le piccole, -11% per le medio-piccole, -7,4% per le medie imprese. Galleggiano solo quelle medio grandi (-0,5%) e quelle top (-0,3%). E cnon va bene neppure se si analizzano i mercati verticali: PA e Sanità  oltre il -11%, Commercio, Distribuzione e Servizi a – 5,4%, Industria – 4,7%, Trasporti e Logistica – 4,8%, Telecomunicazioni -2%, le stesse Banche (il maggior spender IT) – 2,1%. Unica eccezione è il mercato Consumer, con un modesto ma incoraggiante +1%.

Per contro siamo tutti diventati onnivori digital: 28 milioni di smartphone attivi, una crescita dei tablet al 42%, e un Pil digitale che vale già  il 3,1% dell’intero Pil nazionale, con fenomeni quali l’ecommerce che cresce del 18% e il Mobile Commerce che cresce del 160%.

Insomma il nuovo mondo ancora non colma la crisi del vecchio, ma si espande velocemente con i dieci trend che secondo Assintel sono i più significativi: Mobile Internet, Social media, Big Data, Internet of Things, Cloud Computing, Automazione della conoscenza, Robotica, 3D Printing, Digital Marketing, E-commerce.