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Editoriale | Magazine

AMD Fiji e memoria Hbm: il risveglio delle Radeon

Michele Braga | 30 Giugno 2015

Editoriale

Sono trascorsi diversi mesi dall’ultima volta che sulle pagine di PC Professionale abbiamo trattato vere novità  inerenti al settore delle […]

Sono trascorsi diversi mesi dall’ultima volta che sulle pagine di PC Professionale abbiamo trattato vere novità  inerenti al settore delle schede grafiche, soprattutto per quanto riguarda il marchio Radeon di Amd. Negli ultimi due anni il settore delle Gpu, così come quello delle Cpu, ha rallentato in modo sensibile; i produttori hanno tirato il freno per fare i conti con la minore propensione all’aggiornamento da parte degli utenti, nata a fronte di novità  tecnologiche risibili e ridotti incrementi di prestazioni tra prodotti di generazioni successive. Ora i tempi sembrano essere maturi per un salto tecnologico importante e che sul lungo periodo potrebbe dare nuova linfa al mercato; stiamo parlando della tecnologia Hbm (High Bandwith Memory) che prevede l’utilizzo di celle di memoria impilate le une sopra le altre e collocate a fianco della Gpu, sullo stesso package.

Presa singolarmente, questa tecnologia non è del tutto nuova – Hynix ha questi chip a catalogo già  dallo scorso anno – ma rappresenta un salto in avanti ora che il suo utilizzo potrebbe prendere piede nel campo delle schede grafiche e in un prossimo futuro, magari, anche in quello dei processori. Amd ha appena presentato proprio qualche giorno fa la nuova linea di prodotti Radeon R9 Fury che utilizza la nuova generazione di Gpu con architettura Fiji. Il confronto tra la memoria Gddr5 e quella Hbm evidenzia vantaggi sostanziali a favore di quest’ultima: primo tra tutti la possibilità  di incrementare la quantità  di memoria senza dover aumentare lo spazio necessario in pianta; in secondo luogo la tecnologia Hbm promette di offrire una banda di trasferimento dati pari a 100 Gbyte/s per ogni stack di chip contro i 28 Gbyte/s di un chip Gddr5.

La tensione di alimentazione è inferiore (1,3 volt contro 1,5 volt) così come la frequenza operativa; la minor frequenza è compensata da un bus di trasferimento dati ampio 1.024 bit contro quello a 32 bit tipico dei chip Gddr5. La prima generazione di prodotti avrà  però un limite di 4 Gbyte di memoria e dovremo aspettare la seconda generazione di prodotti prima di vedere schede grafiche con quantitativi maggiori di memoria Hbm. Non resta che aspettare di poter misurare le caratteristiche dei nuovi prodotti e attendere la risposta di Nvidia, che aveva già  mostrato in passato il progetto Volta, basato sullo stesso tipo di tecnologia.

Michele Braga