Successivo

Magazine

Amd Trinity, Apu di seconda generazione

Michele Braga | 28 Agosto 2012

Preview

Amd riprogetta da zero la propria architettura di riferimento per i notebook aumentandone le prestazioni, in particolare per quanto riguarda […]

Amd riprogetta da zero la propria architettura di riferimento per i notebook aumentandone le prestazioni, in particolare per quanto riguarda la grafica 3D. Una nuova arma per aggredire il mercato dei notebook mainstream.

di Pasquale Bruno

La prima Apu (Accelerated Processing Unit) di Amd vide la luce a gennaio dello scorso anno, quando fu presentata ufficialmente al Ces di Las Vegas insieme al brand Vision. Al contrario di una Cpu tradizionale, una Apu integra al proprio interno anche il sottosistema grafico, oltre al controller per la memoria e ad altre funzioni un tempo svolte dal chipset (più precisamente dal north bridge). Un approccio che ha tanti vantaggi, a partire dall’efficienza dei vari componenti, passando per i consumi e la produzione di calore inferiori, fino al minor spazio occupato sulle schede madri. Integrando in maniera stretta Cpu e Gpu è possibile progettare i vari blocchi funzionali in modo che non siano specializzati per fare un solo tipo di lavoro, permettendo una maggiore versatilità , ed eliminando anche alcuni componenti che finiscono con il risultare ridondanti.

Il 15 maggio di quest’anno è stata annunciata la seconda generazione delle Apu Amd, denominata Trinity. Per il momento consiste esclusivamente in soluzioni per notebook; quelle per Pc desktop arriveranno più avanti, in ogni caso prima dell’inverno.

Rispetto alla precedente piattaforma Llano, Trinity è un progetto riscritto da zero, con la parte Cpu di derivazione Bulldozer e Gpu di classe Northern Island; tecnologie che hanno già  visto la luce sui sistemi desktop e che ora sono state ottimizzate per il settore mobile.

Trinity vuole offrire innanzitutto un aumento prestazionale su tutti i fronti, sia sulla pura potenza di calcolo della Cpu sia sulla gestione della grafica 3D. La tecnologia alla base di Llano ha deluso soprattutto per quanto riguarda il primo aspetto, non riuscendo a competere con le piattaforme concorrenti anche di fascia più bassa. Storicamente la capacità  di “macinare numeri” è sempre stato il tallone d’Achille delle soluzioni Amd per notebook; invece per quanto riguarda le potenzialità  grafiche si è trovata sempre una spanna avanti rispetto alle lente Gpu integrate nei processori Intel.

D’altro canto le mire di Amd non sono quelle di andare a insidiare i Core i7 più potenti, quanto piuttosto di coprire bene le fasce di mercato che hanno un potenziale di sviluppo superiore. Tra queste, una delle più importanti è quella dei notebook consumer con schermo da 15″ e prezzi inferiore ai 500 Euro; secondo una ricerca di Gfk, la fetta dei notebook consumer con schermo compreso tra 12,5 e 16,5 pollici è passata dal 63,6% al 71,9% dell’intero mercato mondiale dei notebook, considerando i primi sei mesi del 2011 e del 2012.

D’altronde basta dare un’occhiata ai volantini delle offerte delle grandi catene di distribuzione: i modelli più in evidenza sono proprio i 15 pollici con prezzo inferiore ai 500 euro, e quelli più diffusi sono dotati, guarda caso, di architettura Amd.

L’obiettivo è dunque di guadagnare ancora più spazio in quello che è il mercato con più ampi margini di espansione in un momento di crisi come quello che stiamo affrontando, senza però dimenticare un altro settore importante: quello degli ultrasottili. Trinity si rivolge anche a loro, grazie a due Apu pensate allo scopo; una in particolare ha valori di dissipazione termica tali da entrare direttamente in concorrenza con le (costose) piattaforme Intel a basso consumo destinate agli Ultrabook.

La piattaforma Trinity nei dettagli

Al contrario di Intel, Amd ha preferito mettere a listino pochi modelli ma dal posizionamento ben definito. Sono cinque e appartengono tutti alla serie A; presentano dei valori di Tdp (Thermal Design Power) nell’intervallo 17-35 watt. Qui notiamo la prima differenza fondamentale con le Apu di precedente generazione, che si collocavano in un range da 35 a 45 watt, sempre per quanto riguarda le versioni per notebook.

Tre delle nuove Apu sono destinate al mercato mainstream: il modello A6-4400M, dual core con frequenza base di 2,7 GHz, è destinato alla fascia medio-bassa, che Amd individua nei notebook con prezzo intorno ai 450 dollari Usa.

Subito dopo c’è il primo modello quad core, l’A8-4500M, con frequenza base di 1,7 GHz, che si colloca idealmente tra il Core i3 e il Core i5 di Intel ed è quello che ci sembra più interessante per il favorevole rapporto prezzo/prestazioni.

Al top della gamma troviamo il modello A10-4600M, con Gpu più potente e frequenza di clock base di 2,3 GHz, destinato ai portatili con prezzo intorno ai 700 dollari e con un posizionamento tra il Core i5 e il Core i7.

Tre modelli per tre fasce di mercato, entry, media e top; un approccio pragmatico e decisamente più chiaro rispetto alla concorrenza, che a volte confonde l’utente in una selva di sigle, numerazioni e frequenze di clock difficili da memorizzare.

Le due restanti Apu sono caratterizzate da un Tdp di 25 e 17 watt, vicino dunque a quello dei processori Intel con consumo più basso. L’A6-4455M e l’A10-4665M, rispettivamente dual e quad core, sono molto interessanti perché vanno ad aggredire il settore degli ultrasottili, Ultrabook compresi, con prezzi e prestazioni grafiche 3D migliori rispetto a una controparte Intel paragonabile. L’avvento di Trinity in questo settore di mercato potrebbe avere un grande impatto; primo, permettendo la realizzazione di notebook ultrasottili a prezzi inferiori a quelli attuali, tutti basati su Cpu Intel; secondo, un concorrente valido (e pericoloso) potrebbe far abbassare i prezzi per le soluzioni, almeno per quelle a basso consumo, della casa di Santa Clara. Tutto ciò allo stato attuale non è ancora prevedibile, ma resta uno scenario interessante. È chiaro che le soluzioni Trinity dovranno incontrare il favore dei produttori di notebook e proporsi a prezzi competitivi. (…)

Estratto dell’articolo di 10 pagine pubblicato sul numero di settembre 2012