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Dalla rivista al web: Dragon’s Lair e l’era dei “giochi LaserDisc”

Redazione | 2 Dicembre 2025

Arcade Gaming magazine pc professionale Retrogaming

C’è stato un tempo in cui giochi come Dragon’s Lair hanno scioccato tutti quanti. Questo un servizio uscito a gennaio 2024 su PC Professionale.

Questa rubrica è pensata per riproporre alcuni dei servizi editoriali più apprezzati sulla rivista cartacea PC Professionale. Cominciamo con un servizio “arcade” dedicato ai “giochi LaserDisc” che hanno spopolato negli anni ’80 e in particolare Dragon’s Lair. Il servizio è di Game Over Club.

Caratteristiche tecniche del LaserDisc

Il LaserDisc è un supporto che ospita dati video in formato analogico e può gestire tracce audio multiple sia analogiche che digitali. L’immagine video è salvata in formato composito, mentre l’audio può essere sia digitale PCM che analogico modulato in frequenza. Il disco ha la capacità di essere registrato su entrambi i lati; nei lettori meno sofisticati è richiesto l’estrazione manuale e la rotazione del disco durante la riproduzione, mentre i lettori di alta qualità dispongono di una testina rotante che cambia automaticamente il lato di lettura.

I video venivano registrati in differenti formati video come:

  • PAL, utilizzato in Europa,
  • NTSC, adoperato principalmente nel resto del mondo (soprattutto negli Stati Uniti e in Giappone).

 L’audio viene memorizzato in diversi formati sia analogici che digitali:

  • PCM (Pulse Code Modulation) a 16 bit e 44,1 kHz (CD),
  • Dolby Digital conservato attraverso la modulazione di frequenza conosciuta come AC-3 RF (meno compresso rispetto al DVD),
  • DTS (Digital Theater Systems), a bit rate intero e non dimezzato come nei DVD.
  • Esistono due principali tipologie di Laserdisc:
  • CLV (Constant Linear Velocity): il disco ruota a velocità lineare costante garantendo una maggiore capacità di memorizzazione, ma non permette il fermo immagine.
  • CAV (Constant Angular Velocity): la rotazione avviene a velocità angolare costante, consentendo il fermo immagine non disponibile nel CLV, anche se a scapito di una minore durata di registrazione.

Come funziona un LaserDisc game?

Il funzionamento dei giochi su LaserDisc differisce notevolmente da quelli tradizionali arcade.

Animazioni su Disco Laser:

Alla base del gioco c’è un LaserDisc contenente sequenze animate di alta qualità che si svolgono in situazioni diverse e lungo percorsi di vario genere.

Quick Time Events (QTE):

Nel corso del gioco, il giocatore è chiamato ad affrontare con decisione e rapidità situazioni e ostacoli vari. Lo schermo emette impulsi visivi o sonori che chiedono al giocatore di eseguire una specifica azione, come premere un pulsante, muovere una leva o fare una scelta nel più breve tempo possibile.

Reazioni ai Comandi del Giocatore:

Il giocatore deve prendere decisioni immediate. Se il gioco richiede di eseguire correttamente l’input richiesto, l’animazione sul LaserDisc continuerà nella direzione corrispondente alla scelta del giocatore.

Narrazione Non Lineare:

Le scelte del giocatore influenzano il corso del gioco. Azioni rapide e precise corrispondono a nuove animazioni e a risultati diversi, aprendo percorsi alternativi o conducendo a differenti esiti della storia.

In sostanza, un LaserDisc game si basa sull’utilizzo di un disco laser che riproduce sequenze animate. Il giocatore deve reagire prontamente a indicazioni visive o sonore per far progredire il gioco attraverso un sistema di Quick Time Events. La combinazione di interattività e animazioni pre-renderizzate è ciò che distingue questo tipo di giochi.

Il mitico e iconico Dragon’s Lair

Pubblicato negli Stati Uniti nel giugno del 1983, Dragon’s Lair arrivò in Europa verso la fine dello stesso anno con marchio Atari su licenza Cinematronics e, nel 1984, in Italia con marchio Sidam su licenza Atari. Il team di sviluppo Magicom/Starcom era composto da Rick Dyer della Advancend Microcomputer Systems (AMS), Don Bluth della Bluth Studios e dalla ditta Cinematronics. Rick Dyer e la sua azienda si occuparono della programmazione del gioco, Don Bluth delle animazioni e la Cinematronics della costruzione del gioco stesso. La Bluth Studios produsse ventidue minuti di animazione al costo di 1,3 milioni di dollari. Per contenere al massimo i costi, il doppiaggio fu affidato agli sviluppatori stessi. Dragon’s Lair riscosse un enorme successo iniziale, con oltre trenta milioni di copie vendute nelle prime sei settimane di distribuzione e un incasso che superò i trentadue milioni di dollari in meno di un anno.


L’euforia fu però di breve durata. Il gioco, infatti, si rivelò troppo facile e i frequentatori delle sale arcade impararono assai presto ad averne rapidamente ragione, a scapito degli incassi.
Il gameplay di Dragon’s Lair consisteva semplicemente nell’eseguire le giuste mosse per completare ogni scenario. Quando Dirk è alle prese con i tentacoli nella stanza delle armi, ad esempio, il giocatore ha cinque possibilità di attacco, potendo contare su quattro direzioni del joystick e una spada, ma solo una è corretta: spada, avanti, destra, giù, sinistra, destra e infine avanti.
Decisione e tempismo nell’eseguire le mosse erano fondamentali. Le prime versioni permettevano di “smanettare” senza ritegno joystick e pulsanti. Anche conoscendo la giusta combo ma non quando ricorrervi, era possibile sferrare colpi di spada senza soluzione di continuità sino al segnale di convalida e poi riprendere a “smanettare” sino al beep successivo e cosi via, facilitando non poco il superamento del percorso.
Il punto di forza del gioco non era certo la giocabilità o la longevità del sistema ma la spettacolarità delle immagini che erano veri e propri cartoni animati interattivi. Dragon’s Lair non fu certo il primo laser game della storia ma, di sicuro, è il più famoso.
Il sistema era basato su scheda comando, scheda punteggio e lettore laser coadiuvati da monitor a 19 pollici RGB a colori con frequenza 15Khz. La scheda comando era basata sul processore Z80 e su un AY-3-8910 come generatore di suoni.
Benché non eccelsa come hardware, la scheda era più che sufficiente per il gioco, poiché non doveva gestire la grafica ma solo comandare il lettore e la scheda punteggio. Quest’ultima era stata progettata per visualizzare i punteggi dei due giocatori partecipanti a turni alterni. Il sistema non era in grado di registrare i record e la tabella mostrava sempre il punteggio dell’ultimo match, anche se non era una hit o il punteggio migliore registrato quel giorno.
Il lettore laser, controllato dalla scheda comando, era il Pioneer LVD1000 e apparteneva alla prima generazione di questo hardware. Caratteristica dei primi lettori era quella di non avere un LED come ai giorni nostri ma un tubo laser HE – NE e una miscela di gas con fattore di pericolosità definita in classe 3A. Considerando che gli attuali lettori CD sono tutti in classe 1, possiamo avere una chiara idea di quanta attenzione fosse allora necessaria. La prime versioni di Dragon’s Lair non usavano il lettore LDV1000 ma il più lento Pioneer PR-7820. La risoluzione del monitor RGB 15 Khz a colori era paragonabile a quella di un TV CRT. Una scheda apposita trasformava il segnale da NTSC a RGB.
Le versioni Sidam e Atari del cabinato presentavano alcune differenze rispetto all’originale Cinematronics. La scheda comando era diversa, ad esempio, con una genlock integrata basata su Z80 e AY-3-8910 per il suono. Inoltre, non usava il lettore Pioneer ma il più debole Philips 22VP932 in standard PAL e nemmeno la scheda RGB, poichè era tutto affidato alla scheda di comando collegata al lettore laser Philips che mandava il segnale RGB al monitor, un 19 pollici con frequenza 15Khz a colori RGB.
Dragon’s Lair è stato via via convertito in numerosissime versioni, sia per home computer, sia per console. Esiste anche una versione Ultracade su sistema DVD e non più su laser disc. Ancor oggi si producono versioni DVD e Bluray, fatto non trascurabile se si considera che il gioco fu pubblicato ben quarant’anni fa.