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La casa intelligente per vivere senza problemi

Redazione | 1 Aprile 2015

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La parola domotica racchiude e fonde in un unico termine un panorama complesso di tecnologie e normative che orbitano intorno […]

Art-Domotica

La parola domotica racchiude e fonde in un unico termine un panorama complesso di tecnologie e normative che orbitano intorno al concetto di gestione dell’abitazione. La domotica è quindi l’approccio moderno alla visione della casa intelligente: l’obiettivo è quello di sfruttare gli strumenti tecnologici più recenti per governare la casa. L’adozione di un apparato integrato che fa convergere in un unico sistema di controllo tutti gli aspetti relativi al funzionamento e all’utilizzo di un’abitazione – una sorta di sistema nervoso centrale della casa – ha come scopo primario quello di fornire ai proprietari una migliore vivibilità  degli ambienti e un livello di comfort superiore alla media. In secondo luogo, ma non meno importante, una gestione centralizzata rende possibili opportunità  di controllo dei consumi permettendo di ridurre gli sprechi e di ottimizzare le risorse disponibili.

di Michele Braga

ICON_EDICOLAPer attrezzare una abitazione con un sistema domotico non è necessario realizzare subito un impianto completo, costoso o sovradimensionato rispetto alle necessità  del momento. Uno dei vantaggi offerti dai moderni standard impiegati in campo domotico consiste, infatti, nella possibilità  di adottare una strategia di implementazione per gradi. Per sfruttare in modo proficuo questa possibilità  è però necessaria una progettazione attenta: predisporre l’intero impianto per ospitare un sistema domotico completo è il modo migliore per ridurre i costi di implementazione in più riprese; si tratta di un investimento iniziale per limitare costosi interventi sulle parti in muratura e per evitare di trasformare l’abitazione in un cantiere inagibile per diversi giorni o settimane. Ma quando e come è possibile intervenire per implementare un sistema domotico? Come per tutti gli impianti, il momento migliore è quello della progettazione e costruzione della casa perché in questa fase è possibile valutare tutte le soluzioni possibili fissando obiettivi funzionali e limiti di spesa chiari con la libertà  di azione concessa dall’assenza di vincoli imposti da strutture preesistenti. Tuttavia, è il momento della ristrutturazione delle abitazioni di proprietà  a suscitare più interesse perché in ambito nazionale corrisponde alla condizione più diffusa – il patrimonio edilizio italiano è composto per la maggior parte da edifici vecchi – e perché è una buona occasione per convertire una casa classica in un ambiente più moderno e, molto spesso, anche più efficiente.

Durante una ristrutturazione che prevede opere murarie importanti, la sostituzione dei pavimenti e il rinnovo dei vecchi impianti è possibile prevedere una conversione in chiave domotica dello stabile. L’intervento in questo caso può essere paragonato al lavoro che verrebbe eseguito su una casa in costruzione, con la conseguente possibilità  di pianificare interventi mirati a realizzare un progetto su ampia scala. Nel caso di una ristrutturazione parziale che non prevede demolizioni o modifiche importanti sugli impianti già  esistenti, è possibile scegliere di implementare solo alcune funzioni domotiche con interventi limitati sull’impianto elettrico e sulla centralina di casa. In alternativa è possibile adottare dispositivi senza fili che permettono di eliminare o quantomeno limitare cablaggi nei muri e nei pavimenti. Come per la maggior parte dei lavori che coinvolgono strutture e impianti, è molto difficile e a volte ingannevole cercare di delineare il costo per la messa in opera di un sistema domotico pronto all’uso. Le variabili in gioco sono molte e ciascuna di esse influisce sul costo finale in maniera più o meno sensibile: la metratura e la conformazione della casa e degli spazi, le esigenze e scelte personali così come le oggettive difficoltà  che si possono presentare per la posa degli impianti. In questa situazione congiunturale è bene ricordare che l’espansione della domotica può contare sulla possibilità  concreta di beneficiare di uno sgravio fiscale pari al 50% e al 65%, rispettivamente per interventi di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica degli immobili. Negli interventi di ristrutturazione figurano infatti anche quelli relativi agli impianti elettrici. Pensando a un appartamento di circa 100 metri quadrati – soggiorno, cucina, due camere da letto, bagno e balconi – il costo di predisposizione e installazione di un impianto elettrico con bassa efficienza (classe D) si attesta tra i 2.500 e i 3.000 euro, mentre per un sistema domotico ad alta efficienza (classe A) il costo oscilla tra i 5.000 e i 10.000 in base alle funzioni e alle finiture scelte.

Un pacchetto base prevede pulsanti, interruttori e punti di comando per le tapparelle, punti luce comandati, cronotermostato, prese dedicate per gli elettrodomestici, dispositivo per l’avviso sonoro contro il sovraccarico e centralino con protezioni elettriche a riattivazione automatica e centralina di comando. Un sistema domotico avanzato ad alta efficienza prevede invece un controllo della temperatura per ogni locale, un controllo dell’illuminazione in base alla presenza e un controllo automatico delle schermature (tapparelle e tende esterne) per massimizzare il contributo energetico gratuito derivante dall’irraggiamento del sole e per minimizzare la dispersione termica. Al costo di partenza dell’impianto vanno aggiunte le spese per gli automatismi specifici (ad esempio il controllo degli accessi sulle porte) e per le funzioni evolute come ad esempio quelli per la citofonia video, per i sistemi di allarme e videosorveglianza e per il controllo locale attraverso pannelli a tocco. Secondo i dati forniti da Gewiss e da quelli rilevati dall’Anie (Federazione Nazionale Imprese Elettroniche ed Elettrotecniche), un impianto domotico avanzato permette di ridurre di oltre il 10% i consumi elettrici e di oltre il 25% quelli per la termoregolazione. In base a queste informazioni preliminari, un impianto di classe A può essere ammortizzato in circa 10 anni attraverso il minor consumo di corrente elettrica, gas e acqua. A questo risparmio si affianca il miglior livello di comfort offerto dalla casa che è però difficilmente valutabile in termini oggettivi. (…)

Trovate l’articolo completo su PC Professionale di aprile 2015