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Google Foto

Editoriale

Google Foto, tutto gratis (finché dura)

Dario Orlandi | 26 Novembre 2020

Google

Google Foto, dal 1 giugno del prossimo anno lo spazio di archiviazione non sarà più illimitato. Tutto l’universo dei servizi Google gratuiti deve rientrare in un “perimetro” di 15 GB.

Lo scorso 12 novembre, Google ha annunciato un’importante novità nell’offerta di Foto, il servizio di archiviazione per immagini e video basato sul cloud che era stato lanciato cinque anni or sono con la promessa di garantire uno spazio di archiviazione illimitato per le foto e i video, a patto di accettare una leggera ricompressione. Ebbene, dal 1 giugno del prossimo anno lo spazio di archiviazione non sarà più illimitato: ogni nuova immagine e video caricato nel cloud sarà conteggiato nell’ingombro complessivo dei dati memorizzati da ciascun utente.

Da giugno 2021, tutto in 15 GB (ma solo per i nuovi file)

Lo spazio di archiviazione offerto gratuitamente da Google è pari a 15 Gbyte, ma va condiviso anche con l’archivio di Gmail, i file salvati in Google Drive e tutti gli altri servizi del colosso di Mountain View. A proposito: anche i documenti della suite di produttività online di Google (Documenti, Fogli e Presentazioni), finora esclusi dalla contabilità dello spazio (non hanno neppure un “peso” quantificato in byte), entreranno nel computo. La novità si applicherà solo ai file nuovi o modificati a partire dal primo giugno: non si rischia, quindi, di vedere lo spazio di memorizzazione disponibile esaurirsi improvvisamente, da un giorno all’altro.

Ma questo annuncio, che è stato comunicato via mail ed è ben evidenziato anche nell’interfaccia del servizio, resta comunque una brutta, bruttissima notizia per milioni di utenti. Google ha giustificato questa decisione fornendo dati – oggettivamente impressionanti – sulla crescita impetuosa nell’utilizzo, sottolineando come ogni settimana vengano caricati su Google Foto 28 miliardi di nuovi contenuti. Gestire un archivio così ampio porta indubbiamente con sé costi enormi, e la crescita degli utenti rende l’onere sempre più gravoso. Ma è difficile pensare che a Mountain View non avessero previsto l’interesse suscitato da Google Foto. Rappresentava infatti un’offerta gratuita e illimitata in un settore in cui, all’epoca, lo spazio di archiviazione remoto era poco, costoso e anche piuttosto laborioso da utilizzare. 

Cinque anni per sbaragliare la concorrenza

Cinque anni sono un periodo di tempo molto lungo, un’era geologica nel settore dell’informatica: molte cose possono cambiare e adottare strategie di business su un orizzonte così lungo richiede doti quasi divinatorie. È quindi difficile dare troppo credito ai complottisti, che hanno individuato nella mossa di Google il compimento di un piano malvagio ordito fin dal principio. Ma è comunque un dato di fatto che grazie alla sua offerta l’azienda ha sbaragliato la concorrenza, eliminato o ridotto a prodotti di nicchia i potenziali concorrenti e ottenuto qualcosa di molto vicino a un monopolio. 

Questo inaridimento del settore rende molto più difficile trovare un’alternativa che possa garantire un’usabilità e una dotazione di funzioni simile, anche se siamo certi che qualcuno dei concorrenti coglierà l’occasione per tentare di raccogliere una parte degli scontenti; ma se una porzione degli utenti deciderà di trasferire le sue immagini e i suoi video (un’operazione tra l’altro non banale dal punto di vista tecnico, se le foto e i filmati sono numerosi), molti altri ingoieranno invece il boccone amaro e decideranno di ampliare lo storage disponibile cedendo alle lusinghe di Google One, che parte da 19,99 euro all’anno per 100 Gbyte.