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Ubuntu per tutti

Giorgio Panzeri | 29 Giugno 2011

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L’approccio a Linux può essere complicato. La nostra guida a Ubuntu 11.04 vi aiuterà  a installare e configurare questo sistema […]

L’approccio a Linux può essere complicato. La nostra guida a Ubuntu 11.04 vi aiuterà  a installare e configurare questo sistema operativo e vi mostrerà  come muovere i primi passi nel nuovo ambiente.

Di Filippo Moriggia

Convenienza, curiosità , voglia di imparare o anche solo il gusto di provare qualcosa di nuovo. Sono tanti i motivi che possono indurvi a provare Linux e installarlo sul vostro portatile, sul desktop di casa o anche solo sul netbook. Chi ha già  un po’ di esperienza probabilmente ha una distribuzione preferita, ma chi deve iniziare troverà  in Ubuntu Linux un ottimo punto di partenza. Ubuntu è aggiornato spesso, comprende un’ampia dotazione di software ed è ben supportato da Canonical, la società  che ne cura lo sviluppo. Il successo di Ubuntu e la sua diffusione sono una garanzia per chi cerca informazioni sulla risoluzione di problemi specifici o sulla configurazione avanzata di qualche funzionalità : esistono infatti decine e decine di blog, siti Web e forum dedicati a questa distribuzione.

Affrontare un nuovo sistema operativo tuttavia può non essere facile, anche per chi su Windows si muove con disinvoltura tra pannello di controllo e Registro di sistema. Di fatto Linux è un mondo completamente nuovo, con molti aspetti simili a Windows ma anche molti altri sostanzialmente differenti. Abbiamo raccolto per voi le informazioni necessarie per affrontarlo senza timore e in queste pagine vi spiegheremo come superare le possibili difficoltà  di installazione e configurazione, per poi aiutarvi a muovere i primi passi nel nuovo ambiente.

Ubuntu Linux può essere installato su un computer su cui è già  presente Windows, partizionando il disco principale e mantenendo entrambi gli ambienti, oppure caricato come unico sistema operativo. Può anche essere installato in una cartella di Windows o provato in una macchina virtuale. Non richiede un Pc molto potente, dunque può essere sfruttato senza difficoltà  anche su un netbook o su un computer non recentissimo. Nelle prossime pagine vi illustreremo pregi e difetti di ogni modalità  di installazione, per darvi modo di capire quale sia la più adatta alle vostre esigenze. Troverete anche una serie di indicazioni utili a sia a configurare l’ambiente di lavoro sia a personalizzarlo installando alcune applicazioni non disponibili nella configurazione originale.

Come iniziare

Anche alcune semplici azioni preliminari, come la scelta della edizione da scaricare o della modalità  di installazione da adottare richiedono attenzione: un errore in questa fase potrebbe creare problemi in seguito. Ecco i nostri consigli.

Prima dell’installazione

Prima di ragionare sulla modalità  di installazione da adottare bisogna ovviamente recuperare il Cd-Rom del sistema operativo. Fino a un po’ di tempo fa era possibile ordinare gratuitamente il supporto fisico sul sito Web di Canonical, mentre ora bisogna scaricarne l’immagine Iso e masterizzarla (potete trovarla anche sul Dvd-Rom allegato a questo numero di PC Professionale). La scelta della versione corretta del sistema operativo può sembrare banale, ma nasconde comunque alcune difficoltà . Nel momento in cui scriviamo la versione più recente di Ubuntu è la 11.04 (nome in codice Natty Narwhal), rilasciata ad aprile.

È opportuno adottare la build più recente disponibile, ma bisogna tenere presente che non viene rilasciata una sola edizione o versione. Come Windows 7, ad esempio, Ubuntu è disponibile in due versioni, a 32 bit e a 64 bit. I loro vantaggi e limiti sono sostanzialmente gli stessi riscontrabili nelle controparti Windows. La versione a 32 bit è adatta a tutti i computer con un massimo di 4 Gbyte di Ram e dà  qualche garanzia di compatibilità  in più con programmi e periferiche, mentre quella a 64 bit è consigliata sui Pc che hanno più di 4 Gbyte dato che permette di sfruttare tutta la memoria disponibile. Ubuntu poi viene distribuito in tre edizioni: desktop, server e alternate. La prima è sicuramente quella adatta al numero più ampio di potenziali utenti. Può essere installata su un Pc desktop, un notebook o un netbook (l’edizione specifica per i netbook infatti non esiste più). Come è facile immaginare, la versione server è concepita esclusivamente per le macchine di tipo server; inoltre nella configurazione predefinita non prevede interfaccia grafica, dunque avrebbe poco senso caricarla su una macchina desktop. Infine, l’edizione alternate è destinata solo a chi riscontra difficoltà  durante il caricamento dell’edizione desktop: utilizza infatti un programma di installazione in modalità  testuale, in grado di funzionare senza problemi anche su computer obsoleti (che non di rado hanno difficoltà  a far girare la procedura di installazione in modalità  grafica). Merita una menzione anche Kubuntu, una versione derivata che sfrutta l’ambiente desktop Kde al posto di Gnome. Non si tratta della release ufficiale del sistema operativo, ma di una edizione alternativa sponsorizzata anch’essa da Canonical. Una seconda edizione alternativa abbastanza conosciuta è Edubuntu, concepita espressamente per l’uso in ambito scolastico e per i bambini di qualsiasi età  che vogliono iniziare a usare il computer. Dal momento che non si tratta di release ufficiali, in queste pagine non parleremo di Kubuntu né di Edubuntu. Molte delle informazioni che abbiamo raccolto sono però valide anche per queste edizioni, che comunque condividono con Ubuntu una buona parte del codice di base. Dopo aver scelto un’edizione si può finalmente procedere con il download. Il file scaricabile dal sito di Ubuntu (e che trovate anche sul Dvd allegato) è in formato Iso: si tratta di un’immagine del Cd originale che può essere usata non solo per masterizzare un nuovo Cd ma anche per generare una chiavetta Usb avviabile. Per creare il supporto fisico si può usare uno dei tanti software di masterizzazione che supportano i file Iso; uno gratuito e leggero è Imgburn (www.imgburn. com). Chi usa Windows 7 può semplicemente usare l’utility integrata nel sistema operativo: basta fare clic con il tasto destro sul file dell’immagine e selezionare la voce Masterizza immagine disco. Un’avvertenza: la voce apparirà  solo nel caso in cui l’estensione .iso non sia associata ad altri programmi, come il popolare Virtual Clone Drive che crea sul Pc unità  ottiche virtuali.

Per trasferire l’immagine su una chiavetta Usb (che dovrà  avere una capacità  non inferiore a 1 Gbyte) invece bisogna scaricare l’Universal Usb Installer reperibile all’indirizzo www.pendrivelinux.com/universal-usb-installer-easy-as-1-2-3. Questo tool prevede pochi e semplici passaggi: bisogna semplicemente scegliere la distribuzione che si vuole caricare su chiavetta, indicare la posizione della corrispondente immagine Iso e selezionare la lettera di unità  della chiavetta Usb (attenzione a non sbagliare lettera!). Un clic sul pulsante Create e il programma procederà  alla copia dei file sul dispositivo. Il Cd (e ovviamente anche la chiavetta) di Ubuntu desktop includono una modalità  di avvio live. Questo significa che permettono non solo di installare la distribuzione, ma anche di provarla, senza modificare in alcun modo lo stato delle unità  disco del Pc. La modalità  live è molto utile per valutare la compatibilità  di Ubuntu con un particolare computer, dato che permette di rilevare eventuali problemi prima effettuare un installazione che potrebbe non andare a buon fine. L’esperienza in modalità  live non deve comunque essere presa come riferimento per quel che riguarda le prestazioni: avviare il sistema operativo da lettore ottico o da una chiavetta Usb infatti rallenta sostanzialmente i tempi di caricamento del sistema operativo e delle applicazioni. In un riquadro di questo articolo troverete la spiegazione di tutti i passaggi necessari per completare l’installazione di Ubuntu. Si tratta di un’operazione tutto sommato semplice, ma bisogna avere le idee chiare su cosa si vuole fare per essere sicuri di non commettere errori. (…)

Estratto dall’articolo pubblicato sul numero 244 – luglio 2011