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Video editing amatoriale: il tempo della maturità 

Giorgio Panzeri | 27 Gennaio 2010

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Negli ultimi tempi l’evoluzione nel campo del video amatoriale sembra aver rallentato. In effetti, dopo l’introduzione dell’Alta Definizione l’impressione è […]

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Negli ultimi tempi l’evoluzione nel campo del video amatoriale sembra aver rallentato. In effetti, dopo l’introduzione dell’Alta Definizione l’impressione è che i produttori si siano presi una pausa, quasi a recuperare le forze dopo un periodo di convulse novità  tecnologiche. Questo è un periodo di consolidamento, di affinamento delle innovazioni del recente passato, che ha visto la definitiva affermazione del formato AvcHD nei camcorder amatoriali Hd e la crescita costante di YouTube, frequentato ormai non solo per svago: un numero sempre maggiore di utenti lo usa infatti come strumento di marketing. Anche i dispositivi portatili capaci di riprodurre filmati sono sempre più diffusi: oggi è facile accedere, ovunque ci si trovi, a clip di ogni genere, magari in streaming da Internet.

ICON_EDICOLAIn questo panorama i software di montaggio amatoriale stanno evolvendo e maturando, seguendo le innovazioni tecnologiche e le richieste degli utenti. Date ormai per scontate sia la gestione nativa del formato AvcHD sia la possibilità  di caricamento diretto su servizi come YouTube – le interfacce diventano sempre più intuitive e i motori video si adeguano per poter gestire i clip in Full HD. Per distinguersi dalla concorrenza, i produttori stanno introducendo funzionalità  e caratteristiche che prima erano appannaggio esclusivo del settore professionale, come il motion tracking, la generazione di particelle, titolatrici sofisticate la gestione di colonne sonore multitraccia in Dolby Digital 5.1.

In effetti viene spontaneo chiedersi cosa giustifichi oggi l’acquisto di un software professionale quando per un centinaio di euro si può comprare un applicativo che a prima vista offre funzioni molto simili. In realtà  le differenze ci sono: i pacchetti di livello professionale sono più versatili – ad esempio non presentano limitazioni come una Timeline con poche tracce o preset non modificabili – e, soprattutto, hanno motori video ben più stabili.

Ne abbiamo avuto conferma quando abbiamo spinto al massimo delle loro capacità  i quattro programmi oggetto di questa recensione, ovvero Adobe Premiere Elements 8, CyberLink PowerDirector 8 Ultra, MAGIX Video deluxe 16 Premium e Pinnacle Studio 14 Ultimate. Non sono infatti mancati i blocchi con i progetti Full HD ricchi di clip lunghi parecchi minuti; persino Premiere Elements 8, in assoluto il software più stabile del gruppo, ha ceduto qualche volta. Per fortuna tutti i programmi – in particolare Studio 14 – sono in grado di recuperare un progetto interrotto in maniera anomala, in modo che il lavoro svolto nella sessione precedente non vada perso. Il problema della stabilità  è fondamentale ed esiste anche quando si lavora con video a definizione standard. Il caso più classico è l’importazione in un solo colpo un’intera cassetta Dv o Vhs senza che venga attivato il riconoscimento delle scene. In questa eventualità  il programma deve gestire un file di circa 13 GByte nel caso del Dv, un’impresa veramente titanica per un software amatoriale. Se si attiva il riconoscimento delle scene, la dimensione del file video non cambia però il programma può indicizzarlo e trattarlo in maniera molto più agile. Con l’AvcHD questo problema non esiste, poiché le registrazioni video sono spezzate in tanti file quante sono le riprese. In compenso ogni clip richiede un’elevata potenza di calcolo, sia per la risoluzione elevata (1.920 x 1.080 pixel) sia per la compressione in Mpeg-4 Avc/H.264. Il formato AvcHD oggi è particolarmente è importante non solo perché è stato adottato quasi universalmente dai camcorder, ma anche perché consente di produrre dischi ottici Full HD impiegando i diffusi ed economici Dvd. Un Dvd AvcHD può contenere fino a un massimo di 50 minuti di video (bit rate di 12 Mb/s), con una risoluzione di 1.920 x 1.080 pixel e con menu interattivi, e può essere letto con qualsiasi player Blu-ray.

[Estratto dall’articolo pubblicato sul numero 227, in edicola dal 29 gennaio]