Un dipendente che aggiorna il suo iPhone e iPad in ufficio ha un impatto sulla rete aziendale di 53 GByte nel giro di due settimane. E considerato che dal 2009 a oggi l’adozione dei dispositivi BYOD (Bring Your Own Device) nelle aziende è aumentata di 15 volte (il 71% dei dipendenti dichiara di utilizzarli) e che per la fine del 2013 sono previsti circa 1 miliardo e 82 milioni di periferiche mobili negli uffici, il problema rischia di ampliarsi a macchia d’olio.
Blue Coat Systems, società specializzata nella sicurezza web e ottimizzazione delle reti geografiche, ha condotto un apposito studio sul crescente utilizzo nelle aziende dei dispositivi BYOD (Bring Your Own Device), e sull’impatto che essi hanno sulla reti aziendali.
In particolare tra le attività degli smartphone che comportano un maggior consumo dell’ampiezza di banda Blue Coat segnala:
Aggiornamenti del sistema operativo che avvengono tramite una connessione Wi-Fi e che richiedono il download di migliaia di megabyte;
Download di applicazioni, in media ce ne sono 40 per ogni utente, di dimensioni variabili da pochi megabyte a migliaia, con i relativi aggiornamenti (che sono file d’immagini e quindi hanno un impatto sull’ampiezza di banda ancora maggiore a quello del download della semplice app).
Caricamento di foto e video: le fotocamere integrate negli smartphone sono ormai in grado di scattare foto ad alta risoluzione, (da 1 a 3 MByte ciascuna) e di girare video che occupano da 25 a 230 MByte al minuto, contenuti che vengono poi condivisi con amici e colleghi su piattaforme come iCloud e Flickr, e che una volta scaricati raddoppiano l’impatto sulla rete aziendale.
Download di video e risorse multimediali: i contenuti video resi disponibili per il download su servizi come iTunes, Amazon e YouTube contribuiscono ad aumentare in modo esponenziale i consumi di banda aziendale. Un video in HD pesa mediamente 3 GByte; un video su YouTube richiede 500 Kbps per essere scaricato e pertanto, dice lo studio di Blue Coat Systems, un singolo utente in un ufficio remoto con una connessione T1 consumerà il 33% della larghezza di banda per tutta la durata del video.
Backup nelle risorse di archiviazione del cloud: un servizio come iCloud offre agli utenti 5 GByte di spazio di archiviazione gratuita per sincronizzare contenuti come foto, email, musica, video e applicazioni con tutti dispositivi connessi. I backup incrementali vengono eseguiti quotidianamente e possono variare da pochi KByte a 20 MByte, a seconda della quantità di nuovi dati da sincronizzare.
Insomma riassumendo, per le aziende la presenza dei vari tablet e smartphone sulle loro reti rappresenta una vera mina vagante: primo perché trattandosi di dispositivi personali e non registrati come beni aziendali, non è possibile avere un numero preciso dei device connessi alla rete, né delle applicazioni utilizzate e della banda consumata. E dato ancora più importante, le aziendenon dispongono di mezzi per controllarne l’impatto.
Per uscire da questo stato di impotenza dice Blue Coat Systems è necessario attuare in primo luogo un monitoraggio in tempo reale di tutte le applicazioni e contenuti web sulla rete aziendale, applicando poi una policy di QoS (Quality of Service) che consenta agli amministratori di rete di limitare il downstream dai dispositivi BYOD e il traffico di upstream in misura gestibile dalla capacità di rete.
Infine l’ottimizzazione dei protocolli combinata all’object caching del sistema operativo o ai download delle applicazioni o dei contenuti multimediali on-demand possono aiutare a ridurre l’impatto dei vari tablet e smartphone sulla rete aziendale.
Blue Coat ha introdotto di recente un nuovo plug-in per l’appliance PacketShaper che offre alle aziende proprio la visibilità e controllo del traffico iCloud sulla rete. Il plug in consente alle aziende di visualizzare e controllare il traffico degli aggiornamenti software Apple, inclusi iTunes, Safari e iOS, tenendo così sotto controllo l’uso dei BYOD sulla banda aziendale.