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Microsoft Edge

Software

Microsoft Edge 88, le Sleeping Tabs in versione beta

Luca Colantuoni | 10 Dicembre 2020

Browser Web Microsoft

Nella versione beta 88 di Microsoft Edge è presente la funzionalità Sleeping Tabs che permette di ridurre il consumo di RAM e CPU da parte delle schede in background.

L’azienda di Redmond ha annunciato la disponibilità di una nuova funzionalità per la versione Beta 88 di Microsoft Edge. Le Sleeping Tabs, introdotte a fine settembre nelle versioni Canary e Dev 87 del browser, permettono di ridurre il consumo di RAM e CPU da parte delle schede aperte.

L’obiettivo di Microsoft è offrire un browser che non incide negativamente sulle risorse di sistema. Una delle nuove funzionalità sono le Sleeping Tabs basate sulla tecnologia “freezing” di Chromium che mette in pausa le schede. In pratica consente di “mettere a dormire” le schede inattive in background, liberando risorse per le schede in primo piano e per altre applicazioni.

Microsoft Edge Sleeping Tabs RAM

Uso della RAM con o senza Sleeping Tabs.

Per impostazione predefinita, le schede si “addormentano” dopo due ore di inattività, ma l’utente può modificare l’intervallo di tempo in edge://settings/system. Le Sleeping Tabs sono sfocate per indicare il rilascio delle risorse. Per risvegliarle basta un clic. Secondo i dati di Microsoft, la funzionalità permette di ridurre l’uso della RAM fino al 32% e della CPU fino al 37%.

Microsoft Edge Sleeping Tabs CPU

Uso della CPU con o senza Sleeping Tabs.

Dopo aver ricevuto i feedback degli utenti sono stati apportati tre miglioramenti nella versione Beta 88 di Microsoft Edge. È possibile mettere le schede in pausa dopo 5 minuti di inattività. È stata inoltre aggiunto un criterio di gruppo per la gestione delle Sleeping Tabs da parte degli amministratori IT. Infine è stato modificato l’aspetto visivo per evidenziare meglio quali schede sono dormienti.

Dato che alcuni siti potrebbe non funzionare correttamente quando la scheda è dormiente, Microsoft ha implementato un sistema euristico che rileva questi casi particolari (ad esempio quando viene riprodotto l’audio), impedendo l’attivazione della funzionalità. È possibile anche inserire i siti in una blocklist.