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Storage, il futuro passa per il nastro

Eugenio Moschini | 2 Ottobre 2017

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PC Professionale:Abbiamo parlato del contributo nell’innovazione tecnologica da parte dei produttori di hardware, qual è il contributo dei produttori dei […]

Fujifilm fornisce un servizio completo,  a richiesta etichettatura e incisione del logo aziendale.

PC Professionale:Abbiamo parlato del contributo nell’innovazione tecnologica da parte dei produttori di hardware, qual è il contributo dei produttori dei nastri?
Franca Stevan: Dal lato del nastro, la rivoluzione all’inizio del 2010 era, naturalmente, l’introduzione da parte di Fujifilm della nuova tecnologia di rivestimento del nastro, la Barium Ferrite. Barium Ferrite è una tecnologia che consente l’utilizzo di particelle più piccole rispetto a quelle usate dalla tradizionale tecnologia Metal Particle (MP), consentendo l’aumento del livello SNR e delle prestazioni del nastro.
Se ritorniamo alla questione dell’SNR e alla coppia IBM-Fujifilm o, in altre parole, alla coppia hardware-tape, potremmo dire che per far sì che il segnale emesso dal nastro sia correttamente percepito dalla testina del drive, il segnale dovrà  essere abbastanza forte e la capacità  del drive di percepire questo segnale dovrà  essere abbastanza buona. Possiamo immaginare la particella sul nastro come la “bocca” e la testina del drive come l'”orecchio”. Abbiamo visto che IBM ha notevolmente migliorato l'”udito della testina”, mentre la tecnologia Barium Ferrite ha sostanzialmente migliorato il segnale magnetico di uscita del nastro, creando allo stesso tempo nuove prospettive di sviluppo in termini di capacità  di storage.
Posso fare due semplici esempi che evidenziano il contributo della Barium Ferrite nel mondo dell’archiviazione dei dati. Il primo è che, nel giro di 14 anni e 6 generazioni, la tecnologia LTO ha raggiunto una capacità  di crescita di 2,4 TB, tra i 100 GB di LTO1 e il 2,5 TB del LTO6. Dall’introduzione della Barium Ferrite, in 6 anni e solo 2 generazioni, LTO è riuscito ad aumentare la capacità  di 9,5 TB, tra i 2,5 TB dell’LTO6 e 12 TB dell’LTO8. Il secondo esempio riguarda il successo della tecnologia Barium Ferrite: nel periodo 2012-2013 la Barium Ferrite rappresentava circa il 15% della capacità  dei dati archiviati su nastro magnetico.
Oggi la Barium Ferrite supera l’80% della capacità  globale dei dati archiviati su nastro. Questo è dovuto agli utenti che hanno dovuto migrare le vecchie generazioni di nastri a quelli Barium Ferrite. I nastri prodotti con la tecnologia Barium Ferrite sono la grande maggioranza dei nastri LTO6, nastri LTO7, nastri 3592 di IBM e T10000 di Oracle. I nastri prodotti con la vecchia tecnologia di rivestimento, quella MP, sono LTO4, LTO5 e una minoranza di nastri LTO6.

PC Professionale: Qual è la capacità  massima di sviluppo della tecnologia Barium Ferrite?
Franca Stevan: Oggi il nastro a più alta capacità  che IBM e Fujifilm hanno saputo sviluppare, a livello sperimentale, può contenere 220 TB di dati. Siamo però ancora molto lontani. Stiamo preparando il lancio di nastri da 20 TB per il prossimo anno e nastri da 50-60 TB per il prossimo futuro. Inoltre, la nostra casa madre ha già  lanciato un nuovo progetto tecnologico di rivestimento del nastro che subentrerà  alla Barium Ferrite, con una capacità  di sviluppo ancora maggiore. Il nome di questa nuova tecnologia sarà  Strontium Ferrite. Il futuro è già  così vicino.

L’avvolgimento del nastro nella cartuccia: un particolare della produzione della fabbrica di Fujifilm Recording Media a Odawara, in Giappone.

PC Professionale:Passiamo ai punti deboli della tecnologia a nastro. È il tempo di accesso ai dati il principale punto debole?
Richard Alderson: È un aspetto su cui l’hard disk supera il nastro. Tuttavia, a mio parere, questo non è oggi il principale punto debole della tecnologia a nastro. Posso riassumere il tempo di accesso ai dati di un LTO7. Questo può essere suddiviso in tre step: il primo, la cartuccia deve essere caricata nel drive. In generale possiamo considerare che, per la maggior parte delle librerie, questo processo dura 45 secondi. Il secondo, bisogna riavvolgere il nastro e individuare il file a cui si desidera accedere. Il tempo di riavvolgimento di un LTO7 a metà  di esso è di 60 secondi. Infine, il terzo : è necessario aprire il file. La durata di questa terza operazione dipende dalla velocità  di trasferimento.
In definitiva l’apertura di un file da 1 GB dura circa un minuto se il file è all’inizio del nastro, meno di 2 minuti se il file è al centro del nastro e poco meno di 3 minuti se il file è alla fine nastro. Un tempo di attesa medio di 2 minuti per un file da 1 GB, non lo trovo un disastro. Oggi siamo in contatto con una rete di parecchie migliaia di utenti in Europa e la richiesta più urgente a cui siamo stati sollecitati non è riferita al tempo di accesso, ma piuttosto sull’importanza di fornire urgentemente nastri ad alta capacità  per poter contenere la crescita esponenziale dei dati. Quindi alla tua domanda risponderei, no questo non è l’aspetto principale su cui deve migliorare la tecnologia del nastro.

PC Professionale: Allora, qual è il punto debole del nastro?
Richard Alderson: È sicuramente la comunicazione. Oggi, da un punto di vista puramente tecnico, il nastro ha vinto la battaglia contro l’hard disk. Su questo non c’è dubbio. Quello che ci resta da vedere è se noi, i produttori di tecnologia a nastro con i nostri team di vendita e marketing troveremo le parole giuste, le immagini o spiegazioni che consentiranno agli utenti di credere in questa tecnologia.
Onestamente, questo è il problema principale dei prossimi anni. Sono convinto che tutta la distribuzione IT debba entrare in una nuova era, quando si tratta di definire i rapporti tra produttori e utenti finali. La differenza tra l’hard disk e il nastro è la stessa che c’è tra un prodotto “preconfezionato” e “fatto su misura”. Un sistema a nastro è modulare e si adatta alle esigenze dell’utente. Ogni responsabile IT può decidere quale carico di lavoro bisogna fornire a una soluzione a nastro. Può essere zero: è possibile installare un sistema a nastro con cui l’utente non avrà  alcun contatto per 5 anni. Nell’altra direzione, l’utente può decidere di lavorare sulla rimozione del prodotto, estrarre la cartuccia dalla libreria e portarla in un’altra postazione più sicura. Negli anni 2000, noi produttori di nastro, abbiamo avuto la tendenza di standardizzare l’offerta del nastro, nonché la sua comunicazione, riducendola a idee semplici. Una soluzione con autoloader a 10 slot non va bene per tutti. Come non tutti devono utilizzare il software LTFS (Linear Tape File System). Non tutti dovrebbero rimuovere costantemente le cartucce dalla libreria ecc. Il futuro dell’IT è nel dialogo e nella volontà  di trovare la soluzione giusta per ogni utente. A mio parere, ciò implica un cambiamento nella comunicazione dei produttori, a cominciare da noi stessi. Gli utenti hanno bisogno di materiale tecnico molto più reale e meno di informazioni “commerciali” o di “marketing”.

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