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Francia, via alla tassa digitale per i colossi dell’hi-tech

Alfonso Maruccia | 27 Novembre 2020

Advertising Denaro E-commerce GAFA

In attesa di un’iniziativa in ambito internazionale, la Francia ha deciso di imporre il pagamento di una tassa digitale alle aziende dell’hi-tech già dal 2021. I ricchi sono sempre più ricchi, e fanno tutti affari su Internet.

Come già promesso da tempo, la Francia ha deciso di avviare la raccolta di una “tassa digitale” sui ricavi delle grandi corporation di rete. Un’imposta in cantiere da tempo, e che era stata messa in pausa in attesa di decisioni comuni dei paesi che collaborano nell’ambito dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OECD) a livello internazionale.

La digital tax francese è pari al 3% del fatturato, e si applica solo alle aziende che gestiscono un marketplace (o un business di advertising online) capace di generare più di 750 milioni di euro di ricavi a livello globale e € 25 milioni a livello locale. L’imposta sarebbe già dovuta partire, ma era stata alla fine rinviata in attesa delle iniziative dell’OECD.

Ma l’OECD, come la stragrande maggioranza delle istituzioni di cooperazione internazionale, ha in questi mesi e anni dovuto fare i conti con le bizzarrie yankee dell’amministrazione Trump, e la tassa digitale internazionale è uscita definitivamente di scena lo scorso giugno con il ritiro della delegazione USA da parte del twittatore folle alla Casa Bianca.

Digital Tax in Europa

Il tempo della diplomazia è insomma finito, suggeriscono da Parigi, e il Ministro delle Finanze Bruno Le Maire ha già comunicato a Google, Apple e gli altri colossi del GAFA che la tassa digitale francese entrerà ufficialmente in vigore a dicembre di quest’anno. Per il 2021, le aziende hi-tech dovranno versare le imposte dovute sui ricavi registrati durante l’anno 2020.

Tutto lascia insomma prevedere che la digital tax francese sarà un’autentica mazzata, per corporation da sempre abituate a non pagare un centesimo di tasse e a spostare i ricavi da un paradiso fiscale all’altro anche (e soprattutto) in terra europea.

Come sottolineano le autorità transalpine, il 2020 ha segnato un vero e proprio boom degli affari per l’hi-tech a causa della pandemia di COVID-19, i ricchi sono sempre più disumanamente ricchi e la situazione non è più tollerabile. Si attendono iniziative simili a quella francese anche nei paesi europei che da sempre parlano di digital tax sugli imperi digitali – Italia inclusa.