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Le configurazioni Raid standard

Redazione | 18 Novembre 2014

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Raid 0 Il Raid di livello 0, chiamato anche “stripe“, utilizza due o più dischi in parallelo e opera dividendo […]

Raid 0

Il Raid di livello 0, chiamato anche “stripe“, utilizza due o più dischi in parallelo e opera dividendo i dati in blocchi logici di dimensione predefinita – solitamente compresa tra 1 e 128 Kbyte – che sono scritti in maniera concorrente su tutte le unità  della catena Raid. Raid 0 Tale approccio permette di frammentare i file in piccoli blocchi e di scrivere ciascuno di questi alla velocità  propria del disco di destinazione. Sulla carta il Raid 0 sembra la soluzione perfetta per incrementare le prestazioni di lettura e scrittura in funzione del numero di dischi impiegati: se i dischi a disposizione offrono in media 100 Mbyte/s in lettura e scrittura, la velocità  di una catena Raid 0 dovrebbe essere proporzionale al numero di dischi utilizzati; con due dischi si dovrebbero raggiungere di media 200 Mbyte/s, con tre dischi i 300 Mbyte/s e così via. In realtà  la progressione non è lineare perché le prestazioni decadono per l’overhead introdotto dal processo di suddivisione dei dati e in funzione delle caratteristiche del controller.

L’incremento di prestazioni che si ottiene implementando un Raid 0 è sostanziale e tangibile, ma non è efficace in tutti gli ambiti di impiego: funziona molto bene con file di grandi dimensioni, mentre non lo è altrettanto con i file molto piccoli; in particolare quando i file hanno dimensione inferiore a quella del blocco logico di base non è possibile eseguire la suddivisione e i file stessi sono scritti su un solo disco. Per compensare questo comportamento è possibile ridurre – in fase di creazione della catena Raid – la dimensione dei blocchi logici, ma, così facendo, si perde progressivamente efficacia sulla gestione dei file di grandi dimensioni che devono essere spezzati in un maggior numero di blocchi e che risultano quindi più frammentati sui dischi.

Lo schema operativo di una catena Raid 0, ovvero la suddivisione dei dati in modo coordinato e logico su tutti i volumi disponibili, impone l’utilizzo di dischi di uguale dimensione tra loro; nella fase di costruzione del volume raid la dimensione del volume fisico più piccolo è determina la dimensione dei volumi sugli altri dischi.

La capacità  totale della catena Raid 0 è pari a quella del disco più piccolo moltiplicata per il numero di dischi utilizzati. Per questo motivo si consiglia l’utilizzo di dischi identici tra loro sia per capacità  sia per prestazioni, così da non sprecare spazio e da non determinare differenze evidenti durante le fasi di scrittura e lettura dei dati. Vale la pena ricordare inoltre che il Raid di livello 0, pur essendo da tempo entrato a far parte della nomenclatura tradizionale, non è un Raid vero e proprio, in quanto manca per costruzione pratica la parte “ridondante” dei dati.

Una catena Raid 0 presenta, infatti, un’elevata vulnerabilità  ai guasti poiché la perdita di un solo disco comporta l’immediata corruzione di tutto il volume. La probabilità  di guasto aumenta, inoltre, al crescere del numero di dischi che compongono la catena stessa.

[box type=”shadow” ]Raid 0

Vantaggi

Implementazione molto semplice • Non è necessario il calcolo della parità  â€¢ Le prestazioni di input e output migliorano molto grazie alla suddivisione delle richieste I/O su più dischi

Svantaggi

Non è un “vero” Raid perché non offre tolleranza ai guasti • La rottura di un singolo disco comporta la perdita di tutti i dati • Da abbinare a altre soluzioni Raid per ottenere tolleranza ai guasti[/box]

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