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Una funzione di Telegram mette a rischio i suoi utenti secondo uno studio

Martina Pedretti | 11 Gennaio 2021

Secondo uno studio Telegram metterebbe a rischio i suoi utenti con una particolare funzione legata alla geolocalizzazione Tra le app […]

Secondo uno studio Telegram metterebbe a rischio i suoi utenti con una particolare funzione legata alla geolocalizzazione

Tra le app di messaggistica, si sta ormai da anni facendo sempre più posto Telegram, che ultimamente è diventato un competitor pericoloso per WhatsApp. Sono milioni gli utenti che la utilizzano, per chattare, condividere immagini, gif, adesivi, documenti, video, foto e tanto altro. Tuttavia tutti questi utenti sono potenzialmente a rischio, a causa di una funzione valutata pericolosa da uno studio condotto da ArsTechica.

Nel corso degli anni molti hanno scelto di rivolgersi a Telegram piuttosto che a WhatsApp dato che il primo offre una gamma di funzioni molto più ampia. Tuttavia questa falla nella sicurezza degli utenti, potrebbe portare in molti a fare un passo indietro e allontanarsi dall’app di messaggistica.

Lo studio di ArsTechnica ha evidenziato un particolare, dopo aver studiato in modo approfonditi i meccanismi e le funzioni di Telegram. In particolare è stata presa in esame la funzione di localizzazione, che permette alle persone di trovare altri utenti, che hanno vicino a loro, per creare gruppi e canali basati sulla geolocalizzazione. Proprio questa funzione, utile in particolari contesti, potrebbe mettere in serio pericolo chi usa Telegram.

Infatti questa funzione permetterebbe l’accesso ai malintenzionati, che potrebbero penetrare nell’app per geolocalizzare altre persone, utilizzando anche annunci pubblicitari o simili. Visto che la notizia sta facendo il giro dei web, molti utenti stanno chiedendo chiarimenti da parte dell’azienda. Restiamo in attesa di una risposta da parte di Telegram, che possa chiarire questo dubbio dei suoi iscritti.

Risolvere il problema, o almeno renderlo molto più difficile da sfruttare, non sarebbe difficile da un punto di vista tecnico. In genere è sufficiente arrotondare le posizioni al chilometro più vicino e aggiungere alcuni bit casuali. Anche quando l’app Tinder presentava una simile vulnerabilità, gli sviluppatori hanno utilizzato questa tecnica per risolverlo.