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L’UE richiama Meta e X per la diffusione di fake news su Israele

Martina Pedretti | 13 Ottobre 2023

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L’Unione Europea ha richiamato i social di Meta e X per la libera diffusione di fake news sul conflitto in Israele

Meta e X sotto indagine da parte dell’UE

Molti social sono messi sotto esame a causa della disinformazione relativa al conflitto in Israele. Dopo X, anche anche Meta è stata richiamata dall’Unione Europea a causa della diffusione di fake news che sta avvenendo sui suoi social.

Il giorno dopo aver inviato una lettera pubblica al proprietario di X, Elon Musk, esortandolo ad agire per risolvere i problemi relativi ai contenuti della sua app, il commissario europeo per i mercati interni Thierry Breton ha presentato una richiesta simile a Meta, minacciando sanzioni e multe.

La Commissione europea, nell’ambito del Digital Services Act (DSA), ha esercitato pressione sulle piattaforme di social media. L’obiettivo è che si impegnino attivamente nella rimozione di contenuti illegali e dannosi. Questa legge prevede sanzioni finanziarie significative per le società che non rispettano queste norme.

Si tratta del primo grande test per entrambi nell’ambito della nuova e più rigorosa EU DSA. Questa potrebbe comportare pesanti multe se una delle piattaforme non dovesse soddisfare i propri requisiti.

Ora, X ha risposto alle critiche dell’Unione Europea chiedendo ulteriori dettagli sulle specifiche violazioni rilevate sul suo sito. Tuttavia, questa richiesta non è stata accolta in modo positivo dalla Commissione, che ha invece aperto un’indagine su X in risposta alle loro azioni e alle loro politiche.

Meta, al contrario, ha adottato un approccio più proattivo nel gestire il problema della disinformazione sui social media. In risposta alle preoccupazioni espresse dall’Unione Europea, ha infatti preso misure concrete per affrontare la diffusione di informazioni fuorvianti e immagini contraffatte riguardanti gli attacchi di Hamas in Israele.

La piattaforma ha rimosso un gran numero di contenuti che violavano la policy, dimostrando così il suo impegno nella lotta contro la diffusione di informazioni false e dannose.