Instagram e i ban di massa: colpa dell’IA? Gli utenti denunciano sospensioni ingiuste
Da settimane, migliaia di utenti di Instagram stanno segnalando un’ondata anomala di sospensioni e ban apparentemente immotivati. I thread su Reddit e i post su X (ex Twitter) parlano chiaro: account bloccati senza alcuna violazione evidente delle policy della piattaforma. Molti ipotizzano che dietro a questa raffica di penalizzazioni ci sia una causa tecnologica ben precisa, l’intelligenza artificiale usata da Meta per automatizzare la moderazione.
Nonostante le segnalazioni in aumento, Meta non ha ancora rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale in merito. Questo silenzio non fa che alimentare la frustrazione degli utenti, molti dei quali si trovano impossibilitati a contattare un supporto umano e vengono lasciati in attesa, anche dopo aver seguito la procedura per il ricorso o aver caricato un documento d’identità.
Intanto, una petizione su Change.org contro i ban di massa ha già superato quota 4.000 firme, mentre altri utenti minacciano una class action contro Meta per danni reputazionali ed economici.
Il danno non è solo sociale. Molti creator, liberi professionisti e aziende fanno affidamento su Instagram per promuovere il proprio lavoro. Alcuni utenti hanno raccontato che i ban hanno messo in crisi intere attività commerciali.
In casi ancora più gravi, alcuni utenti hanno riportato che le motivazioni del ban riguardavano presunti reati come lo sfruttamento minorile, accuse infondate che rischiano di macchiare irreparabilmente l’immagine pubblica e la carriera di chi le subisce.
In assenza di comunicazioni da parte di Meta, cresce il sospetto che i sistemi automatizzati di intelligenza artificiale stiano sbagliando bersaglio, generando falsi positivi a raffica. Non sarebbe la prima volta: anche Pinterest, lo scorso maggio, ha affrontato un’ondata simile. In seguito la si è attribuita a un “errore interno”, sebbene l’azienda abbia negato il coinvolgimento dell’IA nella vicenda.
La moderazione automatizzata, pur essendo necessaria su piattaforme con miliardi di utenti, continua a dimostrarsi fallibile, specialmente quando manca un supporto umano efficace per gestire gli errori.
Meta, per ora, tace. Ma il malcontento degli utenti cresce, e la richiesta di trasparenza diventa ogni giorno più forte.