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Guida alla Internet delle cose che non esistono

Alfonso Maruccia | 7 Marzo 2019

IA Servizi Web

Uno spettro si aggira per il Web, un gruppo di “generatori di contenuti fasulli” aumentati con l’intelligenza artificiale. Breve excursus […]

Uno spettro si aggira per il Web, un gruppo di “generatori di contenuti fasulli” aumentati con l’intelligenza artificiale. Breve excursus in questo mondo bizzarro che rappresenta solo l’inizio di una rete telematica completamente “fake”.

In queste settimane – e forse in questi anni – si fa un gran parlare di intelligenza artificiale, fake news e machine learning: piuttosto che verso i killer robot come teme qualcuno, gli algoritmi della IA si sono al momento evoluti per presentare contenuti falsi e bizzarramente realistici (in alcuni casi) ai loro padroni umani. L’idea comune è che questa nuova frontiera rappresenti solo il primo passo di una Internet destinata a essere composta quasi esclusivamente da cose auto-generate al netto del Photoshop di turno.

L’inizio del nuovo fenomeno del sensazionalismo da fake-Internet è il sito This Person Does Not Exist, una “vetrina” che i ricercatori hanno sfruttato per mettere in mostra gli effetti di una tecnologia IA nota come Generative Adversarial Network (GAN): una rete GAN sfrutta il machine learning per “sintetizzare esemplari artificiali”, come ad esempio un’immagine, che sia indistinguibile da un esemplare reale imparando da un set di immagini corrispondenti a persone realmente esistenti.

Fake-futuro

A ogni refresh della pagina This Person Does Not Exist, oppure usando l’apposito link proposto in basso a destra, la rete GAN implementata sul server crea una nuova immagine virtuale. A una prima occhiata buona parte dei volti generati dalla IA sembrano realistici, ma basta soffermarsi qualche secondo in più su alcuni particolari per provare una sensazione straniante molto vicina alla Uncanny valley.

This Person does not exist

Il sito dei volti che non esistono ha favorito molto velocemente la nascita di IA e reti GAN dedicate a soggetti diversi. Non poteva ad esempio mancare il sito Web per la generazione di gattini virtuali (thiscatdoesnotexist.com), anche se gli effetti del machine learning sono in questo caso più mostruosi e ridicoli che altro.

This Cat does not exist

Un approccio diverso è quello proposto da This Waifu Does Not Exist, una rete GAN che genera volti di personaggi di anime con tanto di “trame” di accompagnamento che vanno ben oltre il ridicolo. Il sito genera nuovi personaggi a ciclo continuo, a meno di non mettere in pausa il processo tramite il pulsante Pause Refresh presente in basso.

This Waifu does not exist

Un ultimo sforzo di generazione fasulle arriva poi da thisrentdoesnotexist.com, sito che usa la IA per proporre abitazioni fittizie a ogni refresh di pagina. La scarsa qualità del risultato finale non è in questo caso molto distante dagli orrori felini di thiscatdoesnotexist.

This Rental does not exist

Al di là delle considerazioni ilari o delle strombazzate allarmistiche dei media generalisti, i piccoli esperimenti di “generazione di cose che non esistono” da parte della IA sono oggi utili per cominciare ad allenare l’occhio alla fake Internet prossima ventura. Un mondo telematico che minaccia, in un futuro non troppo distante, di rendere le esperienze on-line totalmente inaffidabili o false per definizione.