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Migliorare l'autonomia dello smartphone

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Lunga vita alla batteria

Roberto Cosentino | 6 Aprile 2018

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Scopriamo come ottimizzare i consumi del nostro smartphone e mantenere in perfetta efficienza la sua batteria, prolungandone la vita e l’autonomia.

I tempi in cui la batteria del cellulare durava settimane sono lontani e chiunque utilizzi uno smartphone deve giornalmente fare i conti con l’autonomia disponibile. L’evoluzione che ha trasformato il cellulare in smartphone ha portato numerosi pregi e alcuni difetti. Ora abbiamo a disposizione oggetti altamente performanti e su cui possiamo compiere operazioni impossibili se non impensabili fino ad un decennio fa, in compenso i modelli odierni richiedono un quantitativo di energia superiore per alimentare i processori e i display con cui sono equipaggiati. Anche il design gioca un elemento chiave; per mantenere un equilibrio tra estetica e maneggevolezza, a farne le spese è proprio la batteria, ora sempre più sottile in modo da rendere lo smartphone il più leggero possibile ed ergonomico.

Negli ultimi anni i produttori di accessori stanno cercando di venire incontro alle esigenze dell’utente producendo power bank più o meno ingombranti, ma rappresentano comunque un fardello per chi ha la necessità di viaggiare senza tenere conto di altri componenti. Attraverso questo articolo cercheremo di fornire consigli e suggerimenti utili per aumentare il più possibile l’autonomia dello smartphone Android e iOS, sfruttando le opzioni presenti all’interno del sistema operativo e con l’adozione di alcuni accorgimenti che serviranno a individuare e quindi limitare il dispendio energetico eccessivo causato dall’utilizzo di applicazioni affamate di energia o funzioni particolari che possono essere disattivate o limitate. 

L’evoluzione delle batterie

I cellulari dei primi anni ’90 del secolo scorso disponevano di batterie con minor capacità ma di maggiori dimensioni e peso, tuttavia duravano in alcuni casi anche settimane. Inizialmente erano realizzate in tecnologia al nichel-cadmio (Ni-Cd), evolute poi con la tecnologia all’idruro metallico di nichel (Ni-Mh). Se da un lato garantivano una maggiore efficienza (tralasciando i potenziali effetti dannosi per la salute dell’uomo), dall’altro questo tipo di batterie soffrivano di un difetto particolarmente fastidioso: il cosiddetto effetto memoria. 

L’effetto memoria era un problema piuttosto importante e dannoso per la salute della batteria;  se si ricaricava il telefono prima che questo esaurisse completamente la carica, le batterie si “ricordavano” della percentuale in cui venivano messe sotto carica. Ad esempio, se erroneamente venivano ricaricate quando erano ancora al 30% di carica rimanente, con il tempo la batteria veniva ricaricata solamente del 70%. Questo effetto è scomparso quando le batterie Ni-Cd e Ni-Mh hanno lasciato spazio alle più evolute batterie agli ioni di litio (Li-ion), che hanno permesso ai più recenti tablet e smartphone, ma anche ai portatili, di alimentare nuove funzionalità ora presenti sui dispositivi più tecnologicamente avanzati.

A differenza delle precedenti batterie, i difetti di quelle a base di ioni di litio sono minori, tra cui il costo maggiore e la possibilità di esplodere, fortunatamente solo in casi rari e particolari. Inoltre ogni anno o due questo tipo di batterie subiscono un degrado di circa il 20%; poi in caso di inutilizzo si scaricano automaticamente di circa il 5% mensilmente. Le batterie odierne invece sono realizzate in polimeri di litio, evoluzione degli ioni di litio (anche se Apple continua ad usare quest’ultime), e sono più performanti fino al 20% rispetto ai prodotti precedenti, ma sono anche più costose. Anche in questo caso gli svantaggi prevedono, seppur raramente, scenari potenzialmente pericolosi come l’esplosione in caso di cortocircuito; se possiamo dimenticare il tanto temuto effetto memoria, queste batterie soffrono però di un numeri di cicli di carica/scarica limitato. 

Un altro difetto delle batterie odierne (ma più per colpa dei produttori) è la difficoltà della sostituzione. In principio quando la batteria era da sostituire, bastava comprarne una nuova, aprire l’alloggio e sostituire la vecchia batteria. Ora per una serie di motivi, tra cui la cura per il design e una non del tutto condivisibile politica di un maggior controllo sul dispositivo, la sostituzione è più ostica e meno economica. 

L’aspettativa di vita delle batterie

Le batterie agli ioni di litio e ai polimeri di litio per smartphone hanno una vita utile valutabile intorno ai 500-800 cicli di ricarica. Un ciclo di ricarica è inteso quando lo smartphone esaurisce il 100% della carica completa della batteria. Vuol dire che se un giorno si sfrutta il 75% della batteria e il giorno seguente il 25%, questo viene inteso come un ciclo di ricarica. Con il passare del tempo il degrado tende ad assestarsi intorno all’80%, con un 20% circa di perdita di prestazioni, ma non esiste una regola generale; le variabili sono molte, tuttavia i valori dovrebbero mediamente rientrare in questo range. Il consiglio generale è quello di non arrivare mai a percentuali di carica basse.

Dal momento che le moderne batterie non soffrono l’effetto memoria, è possibile caricarle spesso ed evitare che si arrivi a percentuali di carica molto basse, che in realtà potrebbero danneggiare le batterie. È chiaro che molto dipende dall’utilizzo che si fa del dispositivo. Spesso non è possibile evitare che questo si scarichi completamente, perciò l’alternativa più logica è limitare il più possibile il dispendio energetico, adottando un modello di utilizzo conservativo in termini di energia; si potrebbe poi pensare di tenere a portata di mano una power bank o un accessorio in grado di ricaricare la batteria prima che venga scaricata completamente. (… continuate a leggere sul numero 325 di PC Professionale)