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Bando Huawei, problemi anche per la produzione di PC

Alfonso Maruccia | 12 Giugno 2019

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Il divieto di Trump per le aziende americane di fare affari con i cinesi porta conseguenze nefaste anche per il […]

Il divieto di Trump per le aziende americane di fare affari con i cinesi porta conseguenze nefaste anche per il business informatico di Huawei, che sul fronte mobile prova a contrastare Washington invitando gli sviluppatori sul suo app store proprietario.

La guerra dei dazi tra USA e Cina ha causato un autentico terremoto nel business degli smartphone, ma tra le conseguenze in un certo senso “secondarie” vi è anche l’impossibilità, per Huawei, di procedere nello sviluppo della sua divisione informatica: il colosso cinese non può più usare la tecnologia americana nemmeno per i PC, e ai partner arrivano avvisi per bloccare la produzione di nuovi sistemi.

Dopo il presunto – e poi smentito – rallentamento dell’assemblaggio di smartphone, le nuove indiscrezioni arrivano da DigiTimes è parlano di una Huawei impegnata a chiedere il blocco delle catene di montaggio impegnate nella produzione di PC MateBook e MagicBook. Inoltre, pare che anche i laboratori impegnati nella ricerca&sviluppo abbiano ricevuto l’ordine di interrompere – almeno temporanemanete – i lavori su qualsiasi progetto futuro.

Anche in pieno regime di dazi, in ambito mobile Huawei può in teoria contare sullo sviluppo di una potenziale alternativa al sistema operativo Android e sulla produzione di chip interamente progettati in casa; in questi mesi turbolenti è poi di aiuto il fatto che la corporation abbia accumulato scorte di componenti per continuare ad assemblare e vendere i suoi smartphone in giro per il mondo.

Sul fronte PC, invece, Huawei non ha praticamente alcuna alternativa alle tecnologie statunitensi: senza l’accesso alle CPU di Intel o al sistema operativo Windows, l’azienda cinese è stata messa completamente fuori mercato nonostante gli ottimi risultati recenti del business. Anche AMD, l’unica vera alternativa a Intel per le CPU x86, è un’azienda americana che non vuole (o probabilmente non può) più avere a che fare con i partner cinesi.

In attesa di scoprire le nuove tappe di quella che si configura sempre più come una guerra tecnologica e commerciale dalle conseguenze imprevedibili, Huawei continua a muoversi in direzione della piena indipendenza dall’ecosistema proprietario di Google Android: la corporation ha avviato la spedizione di “inviti” agli sviluppatori per la pubblicazione delle loro app sullo store cinese AppGallery.

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