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Dipendenza da videogiochi

Videogame

Il COVID-19 fa bene alle vendite di videogiochi

Alfonso Maruccia | 3 Aprile 2020

Gaming

Il settore videoludico è quello che, al momento, reagisce meglio alla pandemia da COVID-19. Le vendite di videogiochi e console sono in netta salita in tutta Europa.

Mentre le conferenze a tema hi-tech devono fare i conti con una possibile rivoluzione organizzativa e l’adozione in massa del modello digitale, la pandemia da COVID-19 ha portato una vera e propria boccata di ossigeno al mercato dei videogiochi su ogni piattaforma. In tempo di quarantena, dedicarsi alle esperienze interattive è uno dei modi preferiti dagli utenti per passare il tempo.

Il prossimo debutto di PS5 e Xbox Series X aveva in questi mesi causato un drastico declino nelle vendite di console della corrente, ottava generazione, ma la pandemia ha invertito temporaneamente la rotta: i dati ora parlano di un incremento nelle vendite di PS4, Xbox One e Switch del +155% (259.169 unità) nella settimana compresa tra il 16 e il 22 marzo.

SARS-CoV-2

Considerando i singoli mercati, uno degli exploit di vendite più consistenti si è avuto in Italia dove, nella prima settimana di quarantena imposta alla popolazione, si sono vendute un 84% in più di console; in Spagna l’aumento è stato del 27,7%, in Francia del 140%. Fuori dall’UE, l’UK ha segnato +250% e l’Australia +285,6%.

In pieno boom anche le vendite di software videoludico, con un incremento importante di download digitali (+52,9% e 2,74 milioni di giochi) in 50 diversi mercati e senza contare il debutto col botto di DOOM Eternal. Anche i supporti fisici si difendono bene, con un aumento del +82% per 1,58 milioni in una sola settimana.

D’altronde anche l’OMS ha fatto parzialmente dietrofront, consigliando in queste settimane l’uso dei videogiochi per affrontare meglio la pandemia dopo aver classificato la dipendenza da software ludico come una patologia ufficiale riconosciuta a livello internazionale.