Hardware

Mi chiamo Wolfram, risolvo problemi

Redazione | 29 Giugno 2014

Motherboard Software

Facciamo un giro di prova Abbiamo cercato a lungo il download di una versione di valutazione, ma non ne abbiamo […]

Facciamo un giro di prova

Abbiamo cercato a lungo il download di una versione di valutazione, ma non ne abbiamo trovati. Per questo, abbiamo deciso di ordinare con consegna urgente un Raspberry Pi revisione B con 512 M di memoria, un investimento di 35 euro di cui non ci pentiamo.

Raspberry Box
Abbiamo preparato una scheda SD, formattandola con lo strumento della SD Card Association, secondo le semplici e chiare istruzioni che troviamo su www.raspberrypi.org/downloads.

Successivamente, abbiamo scaricato il software Noobs, che ha per sigla un gioco di parole sui “nuovi arrivati”.
Scartata la caramella, collegati un po’ di fili volanti, rete, mouse, tastiera e Hdmi, e fornita l’alimentazione con il caricatore di un telefono, abbiamo iniziato la procedura grafica guidata per scaricare il software preferito. Abbiamo scelto la distribuzione Raspbian, una Debian modificata. In meno di trenta minuti abbiamo visto la traccia del primo boot Debian correre veloce su uno schermo da 24 pollici, decisamente sproporzionato per questo scricciolo, più piccolo del mouse a cui è collegato.

Abbiamo scelto l’avvio con l’interfaccia a carattere, come da lunga tradizione. Meglio avere una shell utilizzabile prima di avviare l’ambiente X, non si sa mai. Per default, l’utente di riferimento è pi e la password raspberry. Dopo il login abbiamo avviato l’ambiente grafico con startx.

L’ambiente grafico della Raspbian è il leggerissimo Lxde, che ha un menu di lancio che incorpora una buona varietà  di programmi e un’icona sulla barra di avvio per lanciare Midori (che vuol dire verde in giapponese), un browser basato su WebKit, come Safari o Chrome.
Sul desktop troviamo le icone per mandare in esecuzione l’interprete Wolfram in una finestra di terminale, possiamo avviare il programma anche da una shell qualsiasi, volendo, senza nemmeno entrare in ambiente grafico, conservando un bel po’ di risorse di memoria e di calcolo.

Mathematica ci permette di programmare in ambiente grafico e quindi di sfruttare le ottime capacità  di visualizzazione del linguaggio. Notiamo, di passaggio, che il Pi è il secondo computer che ha in dotazione una copia gratuita di Mathematica, il precedente era il NeXT. Di nuovo Steve Jobs.

Le prestazioni del computer sono più che buone, considerando che la Cpu non ha nemmeno un dissipatore. Certo, siamo lontani dai nostri quad core di adesso, ma come esperienza non siamo lontani da quello che era un buon desktop Pentium negli anni ’90. La navigazione col browser per andare a caccia di documentazione, non è affatto penosa e anche l’uso di siti piuttosto esigenti, come Flickr, che abbiamo usato per l’upload delle schermate, non ci ha messo alla prova quanto certi netbook che abbiamo usato pochi anni fa.

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