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Apple, accordo da $500 milioni per gli iPhone rallentati

Alfonso Maruccia | 3 Marzo 2020

Apple iPhone Smartphone

La class action contro gli iPhone rallentati per stare al passo con il degrado della batteria potrebbe chiudersi con una spesa di 500 milioni di dollari, circa 25 dollari a dispositivo.

Importante novità in arrivo per la class action contro l’obsolescenza programmata degli iPhone, con Apple costretta a ingoiare il rospo di un accordo monetario da valore di mezzo miliardo di dollari. Centesimi, per una megacorporazione come quella di Cupertino, che in ogni caso continua a difendere il suo comportamento come ottimale per i suoi clienti.

Inizialmente accantonata come l’ennesima leggenda metropolitana sui gadget mobile di Apple, il rallentamento degli iPhone meno recenti è poi divenuto ufficiale con l’ammissione da parte dell’azienda: Cupertino diminuisce le prestazioni del processore SoC in proporzione al degrado delle performance (e quindi della durata) della batteria sigillata all’interno degli iPhone.

iPhone Ios 11

La questione si era poi trasferita nei tribunali USA con una class action intentata dagli utenti dei suddetti iPhone, e stando a Reuters Apple avrebbe ora accettato la proposta di accordo extra-giudiziario con il pagamento di 500 milioni di dollari come compensazione per gli utenti coinvolti e le spese legali.

La proposta di accordo riguarda i modelli di iPhone 6 e 7 con iOS 10.2.1 e superiori, e prevede una compensazione minima di 25 dollari per smartphone fino a una spesa totale (minima) di 310 milioni di dollari. Le cifre potrebbero variare in relazione al numero di clienti interessati a partecipare all’accordo, mentre gli avvocati che hanno promosso la class action festeggerebbero il Natale in anticipo incassando parcelle per $93 milioni più $1,5 milioni per le spese.

Dal punto di vista di Apple, l’accordo da mezzo miliardo serve solo a ridurre l’impatto economico della questione ma non corrisponde affatto a un’ammissione di colpevolezza: l’obiettivo di Cupertino è sempre stato quello di soddisfare il cliente, e tale “soddisfazione” includerebbe a quanto pare anche una lunga durata della batteria al prezzo di un degrado sensibile delle prestazioni.