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P2P, file sharing e pirateria

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Netflix e gli altri? Carburante per il file sharing via BitTorrent

Alfonso Maruccia | 5 Ottobre 2018

Servizi Web

I servizi di streaming legale provano a differenziarsi con le produzioni originali non accessibili altrove, e la risposta degli utenti […]

I servizi di streaming legale provano a differenziarsi con le produzioni originali non accessibili altrove, e la risposta degli utenti è banalmente quella di rivolgersi al file sharing su protocollo BitTorrent per recuperare i contenuti.

C’era una volta la promessa di Netflix, Amazon Prime, Hulu e gli altri servizi di streaming legale, tutti concordi nell’obiettivo comune di sconfiggere la pirateria multimediale con l’accesso a grandi database di contenuti e prezzi accessibili per tutti. Quella promessa, dice ora un nuovo studio, si è infranta quando i suddetti servizi di streaming hanno deciso di focalizzarsi sulla realizzazione di produzioni originali non presenti nelle librerie della concorrenza.

Tra le produzioni seriali più note degli ultimi anni si contano autentici fenomeni di costume come Stranger Things, Black Mirror, House of Cards (Netflix), The Grand Tour, The Man in the High Castle (Amazon Prime Video) e tanti altri, un’autentica cornucopia di intrattenimento per gli appassionati e non solo. E un salasso economico altrettanto garantito, visto che la fruizione legale di tutte le serie “imperdibili” degli ultimi anni richiederebbe di pagare abbonamenti multipli a tutti i servizi di streaming su cui le suddette serie sono disponibili.

File sharing su rete BitTorrent

Come prevedibile, gli utenti privi di patrimonio familiare a nove zeri hanno quindi fatto l’unica scelta sensata, ovvero scaricare e condividere i contenuti “blindati” dai paywall dello streaming a pagamento con il file sharing della rete BitTorrent. Il rapporto Sandvine sui “fenomeni di Internet” di ottobre 2018 conferma questo trend, imputando al protocollo BitTorrent il 22% di tutto il traffico Internet in upstream a livello globale.

Il file sharing è tutto fuorché defunto, sottolinea Sandvine, e nella zona EMEA (quindi in Europa) BitTorrent costituisca la fonte di traffico numero uno con il 32% di flussi in upstream. Grazie alle VPN, i dati di condivisione reali sono probabilmente superiori a quelli fotografati dal rapporto, mentre la crescita degli investimenti nelle produzioni originali non potrà che esacerbare ulteriormente il fenomeno: l’ottava stagione di Game of Thrones è in arrivo 2019, e a quel punto è facile prevedere un nuovo record per le condivisioni “illegali” su rete BitTorrent.