La strada del risparmio energetico e dell’estensione dell’autonomia dei computer passa per molte strade, sia hardware sia software. Tecnologia delle batterie, chimica dei componenti, stati di latenza del processore, ma anche ottimizzazione di procedure e thread.
Negli ultimi sistemi operativi per desktop e dispositivi mobili per esempio Apple ha ottimizzato i propri compilatori per favorire la coalescenza delle operazioni , ovvero radunare il numero maggiore di operazioni che occupano il processore in unità di tempo ravvicinate per favorire successivamente l’entrata della Cpu in uno stato di attesa più esteso, giovando alla riduzione dei consumi, fino all’ondata successiva di comandi.
Oltre che sui sistemi operativi il lavoro di contenimento energetico tramite software è può essere ottenuto migliorando il codice degli applicativi. Chi lavora in questa direzione è il team di sviluppo di Opera, il browser alternativo a Explorer, Edge, Firefox e Safari.
Sta per essere introdotta nell’applicazione una modalità power saver che, secondo il team di sviluppo, permetterà di estendere del 50% la vita delle batterie di un notebook. Metteremo alla prova la veridicità delle affermazioni, prendendo atto dei test che il produttore ha eseguito utilizzando sia una versione precedente non ottimizzata di Opera, sia la versione attuale di Google Chrome. I benchmark effettuati visitando una decina di “siti molto popolari” su un sistema Windows 10 a 64 bit riportano di un effettivo 49% di autonomia in più, su test ripetuti.
Per ora sembra che la funzionalità sia attiva solo sulle versioni per notebook ma ci sembra molto probabile che verrà implementata presto dove è ancora più necessaria, ovvero sulle versioni mobili per smartphone e tablet.
Prosegue quindi il profondo lavoro di rinnovo che il team di Opera sta svolgendo sul programma principale, dopo l’introduzione di una VPN integrata prima per desktop e successivamente per i dispositivi iOS. Il primato di Edge/Safari/Firefox sarà messo in pericolo dalle nuove funzionalità di Opera?