Questa settimana il Senato USA dovrebbe ratificare per l’ennesima volta il PATRIOT Act, la discussa legge anti-terrorismo introdotta da George W. Bush in seguito all’attentato contro le Torri Gemelle del 2001. Una nuova aggiunta permetterà all’FBI e alle altre agenzie federali di accedere alla cronologia di navigazione degli utenti senza prima chiedere un mandato al giudice, e sembra proprio che nessuno potrà impedire questa nuova modalità di indagine intrusiva a disposizione degli uomini in blu.
Il senatore democratico Ron Wyden e il repubblicano Steve Daines avevano in realtà provato a “installare” protezioni aggiuntive per la privacy degli utenti nel rinnovato Patriot Act. Ma una recente votazione sull’emendamento non è passata per un solo voto utile a raggiungere i 60 voti necessari.
L’emendamento bipartisan “migliorativo” del PATRIOT Act è stato dunque bocciato, e ora i critici se la prendono con i senatori che risultavano assenti al momento della votazione. Tra gli “assenteisti” incriminati anche Bernie Sanders, ex-candidato alle Primarie democratiche che pure era favorevole alla risoluzione.
Stando a quanto dichiarato dal senatore Wyden, l’emendamento doveva garantire ai cittadini americani il diritto di “non preoccuparsi” dell’intromissione del governo federale nelle loro faccende telematiche più private e personali. C’è poi chi come Evan Greer, vice-direttore di Fight For The Future, ha ancora una volta criticato il Patriot Act nella sua interezza parlando di una delle peggiori leggi del secolo. Non esiste prova del fatto che la sorveglianza di massa sia servita a salvare una singola vita umana, ha rimarcato Greer.