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Microsoft ammette: l’open source non è un cancro

Alfonso Maruccia | 20 Maggio 2020

Linux Microsoft Open Source Windows

Il presidente di Microsoft rimarca la rivoluzione portata dalla nuova generazione della dirigenza di Redmond: oggi la corporation non vede più l’open source come un “cancro”, anzi ammette di essere stata dalla parte sbagliata della storia…

Clamoroso a Redmond, anche se tutto considerato non è più una gran novità: uno dei massimi dirigenti di Microsoft, il presidente Brad Smith, è intervenuto ancora una volta sulla questione “Microsoft vs open source”. La risposta di Smith dovrebbe fare piazza pulita di anni e anni di contrasti e minacce legali: la community dell’open source aveva ragione, e Microsoft era nel torto.

Smith è intervenuto in occasione del Computer Science and Artificial Intelligence Lab (CSAIL) organizzato dall’MIT, una conversazione privata sulle tecnologie e il mondo totalmente stravolto dalla pandemia di COVID-19. “Quando l’open source è esploso all’inizio del secolo”, ha dichiarato Smith, Microsoft (e lui personalmente) erano “dalla parte sbagliata della storia”.

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Ma se la vita è abbastanza lunga si può cambiare, ha detto ancora Smith, e adattarsi al nuovo stato di cose. Microsoft è indubbiamente cambiata nel suo rapporto con l’open source, al punto che oggi la corporation è parte dell’Open Invention Network, contribuisce allo sviluppo di Linux, gestisce la community di GitHub e permette di usare il kernel del Pinguino e le relative shell testuali direttamente all’interno di Windows 10.

Sono insomma passati solo pochi anni ma sembra quasi un secolo fa, quando l’allora CEO Steve Ballmer arrivava a definire Linux “un cancro che si attacca a qualsiasi cosa tocchi dal punto di vista della proprietà intellettuale.” Resta il fatto che il codice di Windows non è open source, e probabilmente non lo sarà mai nonostante le richieste della FSF.