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Freedom to Share promuove la legalizzazione del file sharing in Europa

Alfonso Maruccia | 18 Dicembre 2020

copyright P2P Pirateria

Una nuova iniziativa di democrazia diretta vuole promuovere la legalizzazione del file sharing. Freedom to Share sposta (ma non risolve) il problema del P2P dai consumatori ai produttori (di contenuti).

Anche se il mercato odierno è invaso dagli immancabili servizi di streaming variamente incarnati in piattaforme cloud più o meno (il)legali, il file sharing continua a rappresentare uno degli strumenti di fruizione dei contenuti più popolari in Rete. Talmente popolare, infatti, che c’è ancora qualcuno deciso a riportare in auge la lungamente attesa (e mai concretizzata) legalizzazione della pratica. Quantomeno sul mercato europeo.

Già dal nome, infatti, l’iniziativa Freedom to Share intende trasformare il file sharing P2P in una pratica completamente legittima e legale, senza se e senza ma. Un obiettivo rincorso da anni, che in questo caso specifico vorrebbe eliminare il marchio dell’infamia e dell’illegalità dalla condivisione di contenuti sui network digitali “per usi personali e non-profit”.

P2P

Freedom to Share può vantare il supporto di diverse organizzazioni con un certo peso politico-tecnologico, comprese la divisione italiana di Wikimedia e svariate iterazioni europee e internazionali del Partito Pirata. L’obiettivo è raccogliere almeno 1 milione di firme, così da obbligare la Commissione europea a discutere formalmente la proposta nell’ambito della European citizens’ initiative.

Freedom to Share è insomma una manifestazione dei principi della democrazia diretta, e intende promuovere un rapporto più “bilanciato” tra gli utenti finali e i proprietari del copyright che da sempre (e nella stragrande maggioranza dei casi) considerano il P2P come pura e semplice pirateria “illegale”.

Per quanto riguarda la compensazione degli artisti, invece, i promotori di Freedom to Share si limitano a riproporre le misure già indicate da tempo comprensive di nuove tasse digitali sul modello dell’equo compenso italiano, o anche nuove società di raccolta delle royalty. L’obiettivo principale è in ogni caso legalizzare il P2P, un fenomeno che secondo i proponenti porta vantaggi agli autori permettendo una maggiore circolazione del loro lavoro.