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Videogiochi violenti, DOOM

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Stragi di El Paso e Dayton, la politica USA se la prende con i videogiochi

Alfonso Maruccia | 8 Agosto 2019

Gaming

Ci risiamo: due pazzi imbracciano le armi facendo strage negli USA, e i politicanti di entrambe gli schieramenti se la […]

Ci risiamo: due pazzi imbracciano le armi facendo strage negli USA, e i politicanti di entrambe gli schieramenti se la prendono con la “violenza” dei videogiochi. Controllare la circolazione delle armi? Non se ne parla nemmeno.

Dopo le stragi di El Paso e Dayton che hanno portato alla morte di 30 persone nel giro di poche ore, la politica a stelle e strisce è tornata a cavalcare un classico sempreverde che viene tradizionalmente “scongelato” in questo genere di occasioni: la colpa delle stragi in Texas e Ohio non va attribuita esclusivamente ai due giovani terroristi fanatici ispirati dal peggiore estremismo di destra, ma c’entrano anche videogiochi che influenzano negativamente i “giovani” americani desensibilizzandoli alla violenza.

Secondo quanto dichiarato da Donald Trump, che fa le condoglianze di rito e si dimentica temporaneamente del fiume di tweet schiumanti rabbia e commenti razziali con cui ha inondato Twitter in questi anni, il problema della società USA è la “glorificazione della violenza” condotta anche per mezzo degli “orribili e raccapriccianti videogiochi” che spingono i giovani a celebrare gli scontri a fuoco e altri atti violenti.

Donald Trump

Trump non è ovviamente solo, nel suo attacco contro i videogiochi violenti, visto che importanti esponenti del Partito Repubblicano si sono subito accodati al facile ritornello polemico. Per i repubblicani americani i videogiochi influenzano negativamente i giovani che poi imbracciano i fucili mitragliatori facendo strage di innocenti, e anche Joe Biden, uno dei principali candidati alla presidenza per il fronte Democratico, si è lamentato dei giochi che “insegnano a sparare a qualcuno” ai ragazzini pur ammettendo che la colpa delle recenti stragi di El Paso e Dayton non è dei videogiochi.

Naturalmente, come appare evidente a chiunque dotato di un minimo di raziocinio, i videogiochi più o meno violenti rappresentano un fenomeno di massa negli Stati Uniti come in Italia, in Giappone e nel resto del mondo. Solo negli USA, però, qualcuno hala libertà quasi totale di acquistare un arma, imbracciarla e poi uscire di casa con l’intento di ammazzare quante più persone è possibile. Anche l’associazione di categoria ESA (Entertainment Software Association) ha respinto le accuse di Trump&sodali, ribadendo che “non esiste connessione causale tra videogiochi e violenza” e invitando i genitori a prendersi un minimo di responsabilità coi propri figli informandosi e imponendo restrizioni all’uso del mezzo videoludico laddove necessario.