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Criptomonete, 145 milioni di dollari in fumo per una password

Alfonso Maruccia | 5 Febbraio 2019

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L’amministratore di un servizio di cambio di monete virtuali muore e porta con se la password di accesso al “malloppo”, […]

L’amministratore di un servizio di cambio di monete virtuali muore e porta con se la password di accesso al “malloppo”, e ora gli utenti non vedranno più un centesimo. Il valore di un Bitcoion? Meno dell’energia usata per produrlo.

In questo periodo Bitcoin e le altre criptomonete sono alternativamente indicate come una bolla speculativa, una truffa o un investimento speculativo che non ha più ragion d’essere. Le monete virtuali restano un asset volatile e senza alcuna garanzia, anzi peggio: basta che una singola persona muoia, e un intero business telematico di cambio valuta finisce gambe all’aria con tutti i suoi utenti.

A confermare l’assoluta virtualità delle criptomonete è infatti il recente caso di QuadrigaCX, servizio di DCE che ha subito la scomparsa del fondatore e CEO Gerald Cotton a causa delle complicazioni del morbo di Crohn: Cotton era l’unico a conoscere la password (o le password) di accesso ai wallet pensati per ospitare le criptomonete degli utenti su un laptop non connesso a Internet, e prima della sua morte non ha fornito la chiave di accesso a nessun’altro.

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QuadrigaCX si è dunque rivolta a hacker ed esperti di sicurezza nel tentativo di riguadagnare l’accesso ai wallet blindati, ma al momento i tentativi di violazione delle protezioni crittografiche non hanno sortito alcun effetto: sul laptop di Cotton sono presenti decine di migliaia di Bitcoin per un valore di quasi 100 milioni di dollari, 11.000 Bitcoin Cash e Bitcoin Cash SV, 200.000 Litecoin, 430.000 Ether e 35.000 Bitcoin Gold.

I 145 milioni di dollari di criptovalute salvate sul “cold storage” di Cotton potrebbero rimanere del tutto inaccessibili ora come nei prossimi anni, il business di QuadrigaCX è andato comprensibilmente in liquidazione mentre i responsabili si dicono impegnati a recuperare fondi esterni per restituire il maltolto agli utenti. Utenti che, per il momento, si limitano a esprimere tutta la loro rabbia on-line oppure, in casi estremi, a spedire minacce di morte al management del servizio di cambio.

Un “asset” finanziario che diventa improvvisamente inaccessibile a causa della perdita di una password non è virtuale: è semplicemente inutile. Lo dicono anche le ultime stime della banca di investimenti JPMorgan: globalmente, il costo dell’energia elettrica necessaria a minare un singolo Bitcoin è mediamente superiore all’attuale valore di mercato del suddetto BTC ($4.060 contro $3.600).