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Europa, una “lista dei cattivi” per i colossi dell’hi-tech

Alfonso Maruccia | 13 Ottobre 2020

GAFA Mercato Privacy

La Commissione Europea lavora a una lista di obiettivi tra le corporation tecnologiche, una “hit list” pensata per ridurre a più miti consigli i monopolisti assoluti dell’hi-tech. L’alternativa: lo spezzatino del business. Per legge.

Oltre a voler implementare un mercato di servizi digitali davvero rispettoso della privacy e della concorrenza, l’Europa sta posizionando il mirino per colpire direttamente le grandi corporation dell’hi-tech. Un’iniziativa che dovrebbe portare all’implementazione di nuove norme per la concorrenza e il rispetto dei diritti digitali, pena l’obbligo (per legge) di fare a pezzi il business per continuare a operare nel Vecchio Continente.

Si tratta, è bene dirlo, di indiscrezioni non confermate ma dalla portata potenzialmente storica: la Commissione Europea ha preso di mira 20 diversi colossi tecnologici, Moloch digitali fin qui indefiniti ma che con tutta probabilità includono “mostri” dal business ciclopico (e assolutamente monopolistico nei rispettivi settori) del calibro di Facebook, Apple, Amazon e Google.

La UE starebbe valutando i singoli obiettivi in relazione al market share, al numero di utenti e alla dipendenza dei concorrenti da piattaforme chiuse che non permettono la nascita di business alternativi come l’app store ufficiale di Apple per iPhone. Una volta individuate e messe a fuoco, le aziende responsabili dovrebbero garantire un livello di trasparenza molto maggiore in merito all’uso dei dati degli utenti, condividere le informazioni con i concorrenti e fornire strumenti facili da usare per migrare i propri dati su piattaforme alternative.

Legge antitrust

Le nuove regole di Bruxelles potrebbero rendere del tutto obsoleto l’approccio antitrust seguito fin qui, ovvero quello a base di lunghe e costose indagini che portano inevitabilmente a multe miliardarie contro il Google di turno. Multe che le corporation riescono a smaltire nel giro di pochi mesi di guadagni per poi tornare a fare i monopolisti di fatto. Come e più di prima.

Quale che siano i reali piani della Commissione Europea, resta il fatto che la pandemia di COVID-19 ha finalmente evidenziato, senza possibilità di dubbi o ipotesi alternative, come l’intero mondo interconnesso faccia affidamento sui servizi digitali offerti da pochissimi soggetti commerciali. Tutti statunitensi.

Non è un caso, a tale riguardo, che anche negli USA della pandemia gestita coi gargarismi alla candeggina si pensi a iniziative senza precedenti contro i colossi dell’hi-tech. Google, in particolare, è da tempo oggetto di un’indagine complessa e dalla duplice natura statale-federale, e le ultime indiscrezioni in tal senso dicono che il Dipartimento di Giustizia (DoJ) sarebbe pronto a forzare la mano chiedendo la separazione dei business dell’advertising e del browser Chrome dal resto delle attività di Mountain View.