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Batterygate iPhone 6

Smartphone

Batterygate, Apple pagherà 113 milioni di dollari

Luca Colantuoni | 19 Novembre 2020

Apple iOS iPhone

In seguito all’indagine avviata da 34 stati degli Stati Uniti e relativa al famoso Batterygate degli iPhone, Apple ha deciso di pagare 113 milioni di dollari.

Apple ha raggiunto un accordo con 34 stati degli Stati Uniti che avevano accusato l’azienda di aver nascosto informazioni sul decadimento delle prestazioni degli iPhone associato all’invecchiamento della batteria. La questione, nota come Batterygate, risale a circa tre anni fa. Apple aveva già pagato 500 milioni di dollari in seguito ad una class action intentata dagli utenti.

Il Batterygate è iniziato a fine 2016, quando alcuni utenti avevano segnalato problemi con la batteria degli iPhone 6/6s (lo smartphone si spegneva quando il livello di carica raggiungeva il 30%). Apple aveva confermato che per le batterie di alcuni iPhone 6s era stato rilevato un difetto di fabbricazione, mentre per gli altri modelli era solo un problema software, risolto con iOS 10.2.1.

A dicembre 2017 è stato scoperto il “trucco” tramite il software Geekbench. Su alcuni vecchi iPhone era presente un sistema che riduceva le prestazioni, se la batteria aveva un’età chimica elevata. In pratica per evitare lo spegnimento dello smartphone, iOS attivava il “throttling” della CPU. Apple ha pubblicato una pagina per descrivere in maniera dettagliata il problema dell’invecchiamento chimico della batteria e le soluzioni adottate per evitare lo spegnimento.

Nonostante le scuse dell’azienda e lo sconto per la sostituzione della batteria, gli utenti hanno avviato una class action che ha portato al pagamento di 500 milioni di dollari (circa 25 dollari per ogni utente che aveva acquistato un iPhone 6, 6 Plus, 6s, 6s Plus, SE, 7 e 7 Plus).

Un’indagine era stata invece avviata dai procuratori federali di 34 stati che ha portato al pagamento di altri 113 milioni di dollari. Questa somma non verrà tuttavia ripartita tra gli utenti, ma coprirà le spese legali e verrà utilizzata per finanziare gli uffici che si occupano di proteggere i diritti dei consumatori.