La piattaforma di messaggistica ha intenzione di rafforzare ulteriormente la protezione per i suoi utenti, che presto non potranno essere identificati grazie ai metadati. Una funzionalità ancora in beta e che al momento lascia fuori l’indirizzo IP.
Signal è già considerata come una delle soluzioni di comunicazione e messaggistica (su mobile e su desktop) più sicure in circolazione, e una nuova soluzione tecnologica su cui sono al lavoro gli sviluppatori dovrebbe confermare e rafforzare questa vocazione alla difesa della privacy degli utenti.
La novità annunciata in queste ore da Signal si chiama Sealed Sender e prevede, accanto alla cifratura end-to-end dei messaggi scambiati tra gli utenti, la protezione dei metadati che è oggi possibile sfruttare per conoscere con una certa precisione l’identità dei suddetti utenti.
Anche se il contenuto dei messaggi risulta cifrato, infatti, informazioni come l’indirizzo del mittente e del destinatario, l’orario di spedizione e altri metadati sono indispensabili a Signal per far circolare le comunicazioni sulla sua piattaforma. L’accesso “forzato” a questi dati è spesso tutto ciò che serve per smascherare l’identità di chi ha usato il tool per le proprie comunicazioni “sicure”.
Attualmente implementata nella versione beta del software, Sealed Sender è una funzionalità pensata appunto per risolvere – o quantomeno minimizzare – il problema dei metadati trasmessi “in chiaro”: archiviando i certificati di sicurezza e altri dati sul terminale del destinatario in forma cifrata, Signal si propone di garantire un vero e proprio scudo contro i tentativi di accesso ai metadati da parte di terzi.
Senza una conoscenza diretta dei metadati degli utenti, la società non potrà fornire ID degli utenti del tool di messaggistica nemmeno volendolo. In realtà, anche con la funzionalità Sealed Sender abilitata, alla rete di Signal è al momento ancora necessario conoscere l’indirizzo IP del mittente per poter instradare le comunicazioni fino al destinatario.
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