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CPU

Intel, continua il fallout dei problemi col nodo a 7 nanometri

Alfonso Maruccia | 28 Luglio 2020

Cpu Intel TSMC

Chipzilla deve fare i conti con le conseguenze, spesso pesanti, degli insuccessi tecnologici documentati agli azionisti tra class action, sub-appalti a TSMC e licenziamenti di alto profilo.

La già complessa situazione di Intel si fa sempre più complicata, tra risultati di vendita più che soddisfacenti ma prospettive in borsa molto meno positive. Chipzilla ha deciso di tagliare la testa al toro (e al management), mentre nuove indiscrezioni sulle performance dei futuri chip per laptop e l’uso delle fonderie esterne lasciano intravedere un futuro forse meno problematico del previsto.

Il fallout radioattivo provocato dal ritardo nel debutto del nodo produttivo a 7 nanometri favorisce l’arrivo di squali e avvocati, e in particolare del team di Hagens Berman. La compagnia legale ha pubblicato un “incoraggiamento” a investitori e azionisti, consigliando di avvalersi di un avvocato a chi crede di aver subito “perdite significative” dal crollo in borsa delle quote azionarie di Intel.

I legali sono alla ricerca di materiale per l’istituzione di una class action, con l’obiettivo dichiarato di denunciare Intel per presunta fronde viste le precedenti rassicurazioni (ora ufficialmente smentite) sulle tempistiche per il debutto delle CPU a 7nm. Più che agli avvocati, comunque, Intel pensa soprattutto a riorganizzarsi per evitare ulteriori figuracce tecnologiche negli anni futuri.

Di fatto, la corporation di Santa Clara ha licenziato il suo Chief Engineering Office Murthy Renduchintala annunciando una pesante riorganizzazione del gruppo Technology, Systems Architecture and Client Group (TSCG). La divisione verrà ora suddivisa in cinque diversi team, con responsabili individuali in comunicazione diretta col CEO Bob Swan per Sviluppo Tecnologico, Produzione e Operazioni, Progettazione, Architettura Software&Grafica, Catena dei Fornitori.

I passati fallimenti col nodo a 10nm e quello, già annunciato, del ritardo dei 7nm non dovranno insomma verificarsi più in futuro, suggerisce Intel. Anche se in realtà il futuro potrebbe essere migliore di quello che sembra. I chip Tiger Lake (10nm) attesi al debutto il 2 settembre promettono faville sul fronte delle prestazioni, e l’utilizzo delle fonderie di terze parti dovrebbe servire ad allentare ulteriormente la pressione.

La società taiwanese TSMC è da tempo candidata come partner scelto da Intel per la prima produzione gestita esternamente nella storia della società. Secondo un nuovo report pubblicato da China Times, Intel sfrutterà le macchine stampa-wafer di TSMC per produrre le prime partite delle GPU Ponte Vecchio.