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No, Intel non ha cancellato i chip a 10 nanometri

Alfonso Maruccia | 23 Ottobre 2018

Hardware Intel

Secondo le indiscrezioni delle ultime ore, il colosso di Santa Clara avrebbe deciso di abbandonare il problematico processo produttivo a […]

Secondo le indiscrezioni delle ultime ore, il colosso di Santa Clara avrebbe deciso di abbandonare il problematico processo produttivo a 10nm per passare oltre. Tutto falso, risponde Intel.

I problemi di Intel con il passaggio al nodo produttivo a 10 nanometri sono noti da anni, e la corporation è stata recentemente costretta a investire nuovi fondi per incrementare la capacità di produzione delle CPU a 14nm ad alte prestazioni (Xeon e Core). Stando ai rumor circolanti in queste ore, l’azienda avrebbe addirittura deciso di passare a una tecnologia diversa dopo anni di tentativi infruttuosi. Intel, dal canto suo, nega tutto via Twitter.

Le indiscrezioni sono arrivate da SemiAccurate, che cita fonti interne anonime ma ben informate sui fatti parlando di un processo a 10nm già morto e defunto: nel prossimo futuro Intel sarebbe già focalizzata nello sviluppo della produzione a 7nm, dicono le suddette fonti, così da continuare la contesa tecnologica con i concorrenti che si dicono già pronti su questo fronte.

In genere Intel non risponde alle indiscrezioni anonime, ma questa volta la corporation ha deciso di intervenire tramite il suo canale Twitter ufficiale per negare la veridicità della “soffiata” descritta da SemiAccurate: lo sviluppo del processo a 10nm va avanti, sostiene Intel, il miglioramento nelle rese coi wafer di silicio è “consistente” e permetterà all’azienda di rispettare gli impegni dichiarati agli investitori con un lancio commerciale entro la seconda metà del 2019.

Anche qualora Intel riuscisse finalmente a partorire i 10nm in tempo per il Natale dell’anno prossimo, comunque, l’arrivo sul mercato delle nuove CPU non cancellerebbe la travagliata storia recente di Santa Clara: i piani iniziali per il debutto dei 10nm si sarebbe già dovuto concretizzare anni fa, con un aumento record nella densità dei transistor sul nuovo processo (2,7 volte) e l’utilizzo di tecnologie esotiche in grado di estendere ancora per molti anni la validità della “legge” di Moore.

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